MILANO – Sono legate alla ‘ndrangheta le onlus finite nelle indagini dirette dal procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini, e dal sostituto procuratore Gianluca Prisco che hanno portato all’arresto di 11 persone tra la Lombardia e la Campania da parte dei finanzieri di Lodi con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa.
Dal 2014 ad oggi le Onlus/cooperative hanno beneficiato, complessivamente, di oltre 7 milioni di euro di soldi pubblici, ma “la gestione economico finanziaria ha permesso di far luce su un complesso e articolato sistema distrattivo di fondi pubblici”.
Dalle indagini, durate due anni, è emerso un “pericoloso sodalizio criminale che si è inserito stabilmente nelle gare pubbliche per la gestione dell’emergenza migranti indette dalle Prefetture di Lodi, Pavia e Parma”, si legge in una nota della Guardia di Finanza. Le onlus risultano legate a “noti pluripregiudicati appartenenti della ‘ndrangheta i quali le hanno sfruttate per far ottenere a persone recluse, attraverso il rilascio di documentazione falsa, la concessione della misura alternativa alla detenzione da parte del magistrato di sorveglianza. Infatti veniva attestata falsamente la possibilità o necessità di poter accedere ai benefici di legge attraverso l’assunzione presso le predette cooperative”.
L’operazione “fake onlus”, ha alzato il velo su una serie di onlus/cooperative “collegate tra loro da una serie di mirati interscambi di cariche amministrative”, costituite per partecipare alle gare pubbliche offrendo il prezzo più conveniente al ribasso e fornendo documentazioni false sui servizi offerti ai migranti.
Le Onlus, finite al centro dell’operazione ‘Fake Onlus’ messa a segno dalla guardia di finanza e coordinata dalla procura di Milano, “risultano essere collegate a noti pluripregiudicati appartenenti alla ‘ndrangheta, i quali le hanno sfruttate per far ottenere a persone recluse, attraverso il rilascio di documentazione falsa, la concessione della misura alternativa alla detenzione da parte del magistrato di sorveglianza”. Lo fa sapere la guardia di finanza aggiungendo che “veniva attestata, falsamente, la possibilità/necessità di poter accedere ai benefici di legge attraverso l’assunzione presso le cooperative”.