Nella splendida cornice di palazzo Archinto a Robecco sul Naviglio è stata inaugurata sabato la seconda tappa di ‘Chiare tracce’. La storia dei luoghi e delle persone che hanno realizzato, nel 1974, il primo parco fluviale d’Europa, il Parco del Ticino. Presenti il sindaco Fortunata Barni che ha parlato della necessità di un parco al servizio dei cittadini e dell’uomo all’insegna della tutela. Oggi il parco deve essere visto nella sua possibilità di inclusione.
“Il parco è una grande risorsa – ha detto il senatore Massimo Garavaglia – per tanto tempo si è pensato che il parco fosse solo bellezza. Il senso è piuttosto vivere la natura del parco. Il parco è andare in mezzo alla natura vivendo la bellezza come qualcosa di concreto”. Anche Francesco Oppi del Guado ha sottolineato l’importanza del parco come luogo da vivere difendendo la natura. Una mostra che parla di uomini e donne che hanno voluto il Parco del Ticino proprio perché c’erano problemi di convivenza con l’ambiente. La mostra rappresenta proprio l’anima del Parco del Ticino nei documenti del Guado e sarà visitabile fino al 30 luglio.
Negli anni ‘70 quei territori erano abbandonati alla gestione selvaggia e il Parco fu un grande ammortizzatore dei problemi. Ciascun pannello specifica ogni documento e ogni storia. Una mostra certamente da vedere per gli amanti del Parco del Ticino e per chi non lo conosce e lo vuole scoprire. Adriana Campi, di Innovazione Reciproca cooperativa sociale, ha ricordato come il parco del Ticino sia uno degli esempi di accoglienza di vita reale. “Andiamo nel Parco – ha detto – perché c’è una sensorialità diversa rispetta a quella che troviamo i città. Un parco che ci permette anche di socializzare e stare insieme”. (Foto e video Marcello Stoppa Corona)