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Dall'archivio:

In tanti alla visita del museo archeologico di Sesto Calende

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TURBIGO-SESTO CALENDE. A seguito alla scoperta della ‘Spada di Turbigo’, la Biblioteca Civica ha organizzato – domenica 26 marzo – una visita al museo civico archeologico di Sesto Calende che ha visto la partecipazione di una trentina di appassionati. Ricevuti dal Vicesindaco del Comune, i turbighesi si sono assiepati ad ascoltare le parole del geologo Cristiano, una ‘sapiente’ guida che ha stimolato l’interesse e raccolto l’attenzione degli astanti. Dalle conchiglie del Pliocene (5 milioni di anni fa) ai cavalli stilizzati presenti su alcune anfore, alla Tomba del Tripode (sepoltura di una figura femminile di rango), ai primi segni alfabetici mutuati dall’area centro italica datati ai primi decenni del VI sec. a.C., sono solo alcuni del migliaio di reperti conservati nel palazzo ottocentesco di piazza Mazzini.
Il museo, alla cui fondazione collaborò anche l’architetto-archeologo turbighese Angelo Vittorio Mira Bonomi, custodisce una delle più importanti raccolte di reperti della cultura di Golasecca, popolazione di stirpe celtica che nel corso della prima età del Ferro ha determinato nell’area del basso Verbano, tra la fine del IX ed il V sec. a C., una delle maggiori concentrazioni demografiche dell’Italia settentrionale entrando in contatto col mondo etrusco/mediterraneo e l’area dei principati celtici transalpini. E’ qui che, alcuni studiosi, avrebbero situato l’antica città celtica di Melpum.
Il museo raccoglie anche la memoria dell’antica abbazia di S. Donato, dove la presenza longobarda è visibile in alcuni plutei e pilastrini decorati a intreccio posizionati al piano rialzato, una commistione di elementi decorativi che rimanda alla fine del primo Millennio d.C.
La visita si è conclusa con un sopralluogo all’abbazia di S. Donato visitando anche la cripta del primo Millennio e non poteva mancare la chiusura al Sasso di preja Buia che, tradizionalmente, ha poteri taumaturgici del genere che, le donne che lo sfiorano restano più facilmente incinte.

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