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MILANO – In Lombardia sale ancora il numero delle morti bianche: secondo quanto emerge dai dati Inail, tra gennaio e novembre 2019 i morti sul lavoro sono stati 154. contro i 150 registrati nello stesso periodo del 2018. A morire sul posto di lavoro in Lombardia sono stati soprattutto uomini (+10% tra gennaio e novembre) nella fascia di età compresa tra i 20 e 29 anni (+65%), mentre il genere femminile ha fatto segnare un calo del 47%. Gli infortuni mortali sono stati più numerosi nel settore dell’industria e servizi (141 casi), aumentano nel settore agricolo, passando dai 5 casi del 2018 a 12 del 2019, e diminuiscono nel settore pubblico, da 4 a 1.
Sul fronte territoriale, il primato va alla provincia di Monza e Brianza che ha fatto registrare un boom del 100% (dalle 7 morti bianche del 2018 alle 14 nel periodo gennaio-novembre 201).
Incidenti mortali sul posto di lavoro in aumento anche a Brescia (salta da 19 a 29, in aumento del 52%), mentre nei territori di Mantova e Milano risultano in diminuzione (rispettivamente da 21 a 14 e da 45 a 39).
“In rapporto a tutte le altre regioni del Nord, quindi, la Lombardia conferma il suo triste primato di regione con il più alto numero di infortuni mortali, peraltro in aumento”, denuncia la Cisl che da anni chiede “un’azione di contrasto” per invertire “una tendenza non occasionale”. Per il segretario regionale con delega alla salute e sicurezza, Pierluigi Rancati, “il risultato di infortuni mortali zero può essere un obiettivo reale, anche se certamente non semplice. Ma non può essere perseguito solo da chi rappresenta i lavoratori. I dati ci dicono inequivocabilmente che la stessa attenzione non c’è da parte di tutti. La prevenzione e la tutela della salute e sicurezza sono un investimento e non un costo”.
Gli infortuni sul lavoro non mortali sono invece passati dai 110.678 del 2018 ai 110.152 del 2019, in diminuzione dello 0,4%.
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