In 200 animano il presepe vivente a Gudo Gambaredo: è la 41ª edizione

"Il desiderio è quello di immedesimarsi nell’Avvenimento della nascita di Gesù e di portare oggi, in un mondo spesso distratto e affaccendato"

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Ha tagliato il traguardo della 41ª edizione il tradizionale presepe vivente di Gudo Gambaredo, frazione di Buccinasco, che anche quest’anno ha rinnovato una delle rappresentazioni natalizie più sentite e partecipate del territorio milanese. Un appuntamento che, dal 1984, continua a coinvolgere l’intera comunità, trasformando il paese in un suggestivo palcoscenico a cielo aperto.

Sono stati circa 200 i figuranti, di tutte le età, a dare vita alle sette scene che ripercorrono i momenti più significativi della Natività: dall’Annuncio dell’Angelo a Maria al viaggio dei Re Magi, passando per l’annuncio degli angeli ai pastori fino all’emozionante adorazione nella capanna di Betlemme. Un percorso scandito da luci, canti e momenti di silenzio contemplativo, capace di coinvolgere il pubblico in un’atmosfera di raccoglimento e partecipazione.

Un impegno organizzativo importante, reso possibile grazie alla collaborazione di volontari, famiglie e associazioni locali, che ogni anno dedicano tempo ed energie per mantenere viva una tradizione che è diventata patrimonio condiviso del territorio.

«Il Presepe Vivente – ha spiegato Vanna Muzzio, da sempre tra gli organizzatori – è un’occasione per riscoprire il vero spirito del Natale attraverso la contemplazione, il canto e la preghiera. Rappresenta un momento di condivisione e di riscoperta delle radici della nostra tradizione, un invito a riflettere sul significato profondo del Natale e a viverlo con autenticità».

«Il desiderio – ha aggiunto – è quello di immedesimarsi nell’Avvenimento della nascita di Gesù e di portare oggi, in un mondo spesso distratto e affaccendato, la Buona Novella, offrendo uno spazio di pace, semplicità e speranza».

Un evento che, a distanza di oltre quattro decenni, continua a rinnovarsi e a richiamare numerosi visitatori, confermandosi non solo come appuntamento religioso, ma anche come momento di comunità e identità per Gudo Gambaredo e per tutto il Milanese.

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