Si è “chiusa ieri” a Milano “la
vicenda iniziata nel 2017 dell’indagine della Procura della
Repubblica di Monza” su una presunta “corruzione a Seregno e sui
rapporti tra la ‘ndrangheta e la politica, che aveva portato al
commissariamento del Comune brianzolo e che vedeva imputato
l’imprenditore Antonino Lugarà”, che è stato assolto da tutte le
accuse. Lo spiegano in una nota, con “piena soddisfazione”, i
suoi legali, gli avvocati Luca Ricci e Gabriele Minniti.
L’imprenditore, “già prosciolto dal Tribunale di Monza per
tutti i reati contro la pubblica amministrazione”, era stato
condannato in primo grado a 4 anni e 6 mesi per usura, una
vicenda “incidentale”. Oggi la quarta sezione penale della Corte
d’Appello di Milano (giudici Tutinelli, Marchiondelli, Rizzardi)
ha assolto l’imprenditore anche da quest’ultima accusa, “perché
il fatto non sussiste”.
L’indagine, spiega la difesa, “che nel settembre 2017 aveva
suscitato grande clamore mediatico per l’arresto del sindaco e
del Lugarà, quest’ultimo subito scarcerato per mancanza dei
gravi indizi di colpevolezza dal Tribunale del Riesame di
Milano, si era sviluppata con il rinvio a giudizio”
dell’imprenditore “per sette capi d’imputazione, fra cui la
corruzione, l’usura e financo la ricettazione di un’anfora
romana trovata nella sua abitazione”.
Dopo il proscioglimento nel dicembre 2023 da parte del
Tribunale di Monza, con la condanna solo per usura, stamani il
72enne “esce anche da questa grave contestazione”. Gli avvocati
Ricci e Minniti, ricordando i “lunghi anni di contraddittorio
processuale e le difficoltà incontrate nel corso del giudizio,
si sono dichiarati compiaciuti per l’esito del processo e per il
notevole traguardo raggiunto, che vede il loro assistito
completamente riabilitato nella sua figura professionale e
personale”.





















