“Imposta di soggiorno a Magenta: scelta strategica o errore che rischia di compromettere ulteriormente l’attrattività della nostra città?”

Il dubbio del PD espresso dal suo Segretario Matteo Di Gregorio

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – “Con 10 voti favorevoli e 5 contrari il Sindaco Del Gobbo e la maggioranza di centrodestra hanno deciso di introdurre, a partire dal 1° gennaio 2026, l’imposta di soggiorno a Magenta.
Lo hanno fatto nonostante molti operatori fossero scettici e nonostante le minoranze abbiano chiesto di ripensarci o quantomeno lavorare affinché ci fosse una vera progettualità dietro a questa scelta.
Prima considerazione.
Si sceglie di introdurre un’imposta di scopo senza uno scopo.
Questa imposta che per natura, e come chiarito dalla Corte dei Conti, dovrebbe finanziare interventi turistici e culturali specifici, ad oggi non è legata a nessun progetto concreto, nè ad un piano di promozione del territorio, nè tanto meno ad una strategia di sviluppo.
Si parla da tempo di come la nostra città faccia sempre più fatica ad essere attrattiva e nonostante questo si è scelto di partire dall’imposta e non dai progetti.
Mettiamo ancora una volta il carro davanti ai buoi, senza capire che prima di introdurre l’imposta di soggiorno, forse sarebbe stato più opportuno provare lavorare affinché qualcuno abbia davvero voglia di venire nella nostra città.

Seconda considerazione: Enormi oneri e burocrazia per gli operatori.
Il regolamento scarica sugli operatori turistici, albergatori, gestori di B&B e strutture ricettive tutti gli adempimenti: riscossione, rendicontazione, dichiarazioni e gestione dei versamenti.
Una lunga serie di obblighi, con il rischio di sanzioni fino al 200% in caso di errore formale.
In pratica, gli operatori diventano esattori del Comune, senza alcun sostegno o ritorno, proprio in un settore che avrebbe invece davvero tanto bisogno di essere incentivato

Terza considerazione: Il rischio boomerang
In vista delle Olimpiadi 2026, l’obiettivo dovrebbe essere quello di attrarre visitatori, non di scoraggiarli. Una tassa in più rischia di spingere i turisti verso Comuni vicini e più convenienti, come Novara, Abbiategrasso o Santo Stefano, dove non si paga alcuna imposta di soggiorno e sono forniti di altrettanti servizi come stazione per treni ed autobus che collegano a Milano.
Lo hanno sottolineato anche a livello nazionale Confcommercio e Federalberghi, che ricordano come questa misura se utilizzato senza una reale progettualità, possa diventare un biglietto da visita negativo per i territori, con il rischio di affossare più che rilanciare il territorio ed il commercio locale.

Quarta considerazione: Incostanza e incertezza del finanziamento.
Dalla relazione presentata dall’Assessore al Commercio Bonfiglio non è emerso alcun quadro chiaro e documentato sulle effettive entrate che l’imposta di soggiorno potrà garantire.
Non sono state fornite stime attendibili, né un’analisi del potenziale impatto economico della misura sul territorio. Ci si è limitati a un richiamo generico alla normativa nazionale e a una previsione approssimativa di un possibile gettito compreso tra 30 e 40 mila euro, a seconda della tariffa che sarà individuata in un secondo momento dall’Amministrazione.

In altre parole, si introduce un’imposta senza una base analitica o un obiettivo finanziario preciso, la cui efficacia resta del tutto incerta.

Infatti, anche qualora si realizzassero le stime più ottimistiche, le entrate previste risulterebbero comunque talmente limitate da non coprire nemmeno le spese per gli eventi natalizi del prossimo anno, figurarsi poter sostenere interventi strutturali di sviluppo turistico o iniziative concrete di promozione del territorio.

Tutto ciò a fronte di nuovi oneri burocratici per gli operatori e di un costo aggiuntivo per i visitatori, con il rischio concreto di scoraggiare la scelta di Magenta come meta di soggiorno.
La domanda, dunque, è legittima: alla luce di una reale analisi costi-benefici, ne valeva davvero la pena? Una misura di questo tipo non sembra infatti rappresentare uno strumento reale di sviluppo ma piuttosto una scelta simbolica e improvvisata, che introduce complessità senza creare alcun valore aggiunto per la città.

Considerazione politica finale.
I cittadini nel 2022 hanno scelto legittimamente di ridare fiducia ad una nuova giunta di centrodestra, che si è presentata promettendo un “rinascimento magentino” ed un rilancio della città. Sono stati scelti per governare e migliorare le condizioni di vita dei magentini. A distanza di tre anni, però, questo miglioramento si fa davvero fatica a vedere.
Certo, qualche strada è stata asfaltata e qualche intervento di manutenzione è stato fatto, ma niente di più che ordinaria amministrazione. Nel frattempo, le piazze restano vuote, i commercianti continuano a tirare su la saracinesca, e le famiglie magentine si trovano ogni anno a sostenere spese sempre più alte per usufruire degli stessi servizi”.

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