In occasione della Giornata della Memoria, gli alunni delle classi terze della scuola media “F. Baracca”, si sono recati a Milano presso il Binario 21, luogo simbolo della deportazione degli ebrei italiani durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il Memoriale della Shoah, situato proprio sotto la Stazione Centrale, rappresenta un luogo unico e potente, capace di parlare al cuore di chiunque vi entri.
Durante la visita, i ragazzi hanno camminato in silenzio lungo i binari, osservando i nomi dei cittadini ebrei deportatati, le testimonianze e le installazioni che raccontano la tragedia della Shoah. Lo spazio che un tempo fungeva da punto di partenza per i convogli verso Auschwitz e altri campi di concentramento si è trasformato per loro in un luogo di riflessione profonda. Alcuni hanno condiviso le loro emozioni con i docenti, parlando di sgomento e incredulità di fronte alla crudeltà dell’uomo, altri hanno trovato difficile esprimere a parole ciò che sentivano.
“Non riesco a immaginare cosa potessero provare quelle persone”, ha detto una ragazza. Uno studente ha commentato: “È difficile pensare che queste cose siano successe così vicino a noi, in un tempo non tanto lontano.”
In classe, i ragazzi avevano già affrontato lo studio della Shoah, analizzando documenti storici, leggendo testimonianze, come “Fino a quando la mia stella brillerà” di Liliana Segre, discutendo sull’importanza dei diritti umani. La visita ha dato concretezza a ciò che fino ad allora era rimasto confinato nei libri di testo. Vedere il luogo fisico da cui intere famiglie furono strappate dalle loro vite ha acceso nei ragazzi una consapevolezza nuova: la storia non è solo passato, ma può e deve assurgere a monito per il presente.
Gli alunni hanno riflettuto sull’importanza di mantenere viva la memoria, non solo per onorare le vittime, ma anche per prevenire nuove forme di discriminazione e odio. “Studiare la storia serve a capire il mondo in cui viviamo e imparare dagli errori del passato” – ha detto uno studente – perché, come recita una frase incisa nel Memoriale: “Ciò che è accaduto può tornare a succedere.”
La visita ha mostrato a tutti loro come la memoria sia un atto di responsabilità. Ricordare ciò che è stato significa costruire un futuro più giusto, più solidale, in cui ognuno possa sentirsi accolto e rispettato. Non basta pertanto conoscere i fatti: è necessario farli propri, riflettere su di essi e trasformare questa consapevolezza in azioni concrete nella vita quotidiana.
A cura di Natalia Tunesi