La barriera linguistica va affrontata con naturalezza. “E’ proprio questa l’idea di fondo che muove tutta la progettazione dell’ambito Internazionalizzazione dell’Istituto: far entrare l’inglese nella quotidianità degli studenti come un elemento arricchente, che potrà, un domani, aprire loro le porte di un futuro globale”, così la professoressa Michela Anselmo, promotrice del progetto, sottolinea l’importanza dell’incontro. E i ragazzi? “Interessati, curiosi e accoglienti”.
Vittuone e Boston legati come mai prima. Quest’anno l’Istituto di Istruzione Superiore Alessandrini-Mainardi di Vittuone per la prima volta, “e speriamo che non sia l’ultima”, è entrato a far parte del progetto denominato GTL, Global Teaching Labs, in collaborazione con il MIT – Massachusetts Institute of Technology di Boston, la prestigiosissima università americana, centro di eccellenza per lo studio e la ricerca delle discipline tecnico-scientifiche.
“L’Istituto Alessandrini ha da sempre dato valore alla didattica del “saper fare”, i laboratori sono un fiore all’occhiello della scuola e le strumentazioni che gli studenti del MIT hanno a disposizione sono tra quelle più avanzate disponibili”, aggiunge la professoressa. Ed è in questa eccellenza territoriale che si sono trovati i due studenti ospiti di due famiglie dell’Alessandrini.
Tea Picconatto si sta occupando con le classi quinte ITIS di robotica e di informatica e Thomas Warkentine sta seguendo tutte le classi del liceo per chimica e biologia. Arrivati in Italia il 6 gennaio e concluderanno questa loro esperienza itinerante il 25 gennaio.
Il loro coinvolgimento, però, è andato oltre la mera didattica, perché l’obiettivo era non solo quello di far vivere agli studenti dell’Alessandrini un’esperienza di insegnamento qualitativamente significativa o di potenziare l’uso della lingua inglese, ma soprattutto “aprire gli studenti ad orizzonti internazionali, per far comprendere loro che lo studio della lingua inglese va ben oltre la barriera fisica di un’aula scolastica”. In aiuto è arrivato anche il linguaggio universale della pratica
Il progetto coinvolge circa una sessantina di Istituti superiori su tutto il territorio nazionale e prevede la partecipazione di uno o due studenti del MIT, in genere del secondo o terzo anno, che propongono l’insegnamento delle discipline di propria competenza, interamente in lingua inglese e secondo una metodologia peculiare del MIT di didattica laboratoriale: il metodo TEAL (Technology Enabled Active Learning).