Sono Andrea Pasini un giovane imprenditore di Trezzano sul Naviglio e sono orgoglioso di dire che alla base della società civile sta uno dei principali valori della vita: il rispetto delle regole. Questo valore si deve imparare fin da bambini e porta a diventare un esempio per il prossimo. Per avere il diritto, bisogna avere una regola che lo predisponga, se non altro una regola che vieti la lesione del diritto stesso. Il buon funzionamento della società si basa sulle regole. È importante capire che dietro ad una norma vissuta come un’imposizione fastidiosa, si nasconde in realtà la possibilità di stare bene con se stessi e con gli altri e soprattutto di esercitare senza limiti la propria libertà. La vera libertà non consiste nel fare tutto senza regole ma al contrario avere la determinazione di agire nel rispetto delle condizioni morali riconosciute. È libero chi non distrugge le regole di convivenza che permettono a tutti di vivere e realizzarsi. È libero chi persegue i propri obiettivi e coltiva le proprie passioni senza cedere ai compromessi immorali che lo rinchiuderebbero in una gabbia di vizi e malcostume. È libero chi conosce i propri limiti e valorizza le sue virtù, chi sa che essere liberi è faticoso ma impagabile. Il problema è che la maggior parte delle persone è incline a barare e che l’ambiente può scoraggiare o favorire i comportamenti disonesti. In particolare, saremmo più propensi a mentire o imbrogliare se lo fanno anche gli altri intorno a noi. Se fin da piccoli s’impara a imbrogliare, a non rispettare le regole, da grandi si sarà inclini a evadere le tasse, passare con il rosso, cercare raccomandazioni, saltare la fila agli sportelli, non allacciare la cintura di sicurezza in automobile ecc ecc. Se domina la legge del furbetto chi è onesto paga due volte: la prima perché è danneggiato da chi imbroglia e la seconda perché viene anche deriso per averlo fatto. Ma perché dobbiamo osservare le regole? Innanzitutto perché ci sono. E poi perché non osservarle può comportare delle sanzioni più o meno gravi. Così, rispettiamo il semaforo (cioè la regola che impone di passare solo col verde) sia perché il semaforo c’è ed è piazzato nel bel mezzo dell’incrocio e sia perché temiamo la multa o la perdita di punti sulla patente. Ma questa concezione della legalità in senso oggettivo non è tutto. C’è di più. Riflettendo anche poco, è facile per ciascuno di noi arrivare alla conclusione che il rispetto della legge conviene. Serve ad evitare effetti dannosi per sé e per i terzi (se al semaforo passiamo col rosso, rischiamo di andare a sbattere e di fare del male a noi stessi e alle altre persone o cose coinvolte). C’è poi una convenienza della legalità persino superiore. Vale a dire che l’osservanza della legge non solo può evitare conseguenze negative: può anche causare effetto positivi e benefici. Nel senso che solo seguendo le regole si può vivere serenamente insieme. Dunque, rispetto della legge equivale a civile convivenza, un quadro costruito con riferimento all’interesse generale, che perciò offre a tutti speranze di vita migliore e di crescita ordinata. Altrimenti a prevalere saranno sempre i rapporti di forza ed i privilegi , cioè gli interessi particolari di questo o di quello ( anche di organizzazioni criminali tipo Ndrangheta e mafie varie ).
Dunque la legalità non è un problema di scontro fra “guardie e ladri” cui assistere con indifferenza: se vincono le guardie, c’è più legalità e può migliorare la qualità della vita di ciascuno di noi. Ci conviene. Conviene a tutti avere come valore fondante delle nostra vita la legalità. Perché, e non ho paura nel dirlo mettendoci il mio nome e cognome Andrea Pasini di Trezzano sul Naviglio: le organizzazioni criminali tipo la Ndrangheta e le mafie proliferano dove trovano una società composta de persone che non mantengo sempre alto il valore della legalità e del rispetto delle regole. Ci si deve impegnare anche nel nostro piccolo affinché la prepotenza del più forte non prevalga mai sul più debole, e ci si renda conto che la giustizia è una cosa molto importante perché permette anche alle persone più deboli di non essere maltrattate, ma rispettate. In una società così, un genitore ha addosso una grande responsabilità. È questa la società che vogliamo? È da noi stessi e dai nostri figli che dobbiamo iniziare a cambiarla. Poi, certo, oltre alle regole esistono anche le eccezioni. È il caso di insegnare o di ricordare che, in determinati periodi storici, è possibile che vi siano delle regole ingiuste e che, in quei casi che si spera di non sperimentare mai ad esempio dittature, guerre o genocidi. Alla fine l’esempio è un altro punto cruciale: possiamo e dobbiamo pretendere dai nostri figli un comportamento civile, ma non più di quello che teniamo noi.
È preferibile imporre e imporsi alcune regole fondamentali e farle seguire e seguirle sino in fondo che predicare bene e razzolare male. Argomento banale in teoria, ma, in pratica, è molto più difficile da seguire di quanto non pensiamo. Quando buttiamo una carta per terra o quando non ci allacciamo la cintura di sicurezza in automobile stiamo fornendo ai nostri figli la base per ingannarci, perché gli mostriamo la differenza tra le nostre intenzioni e i nostri comportamenti. Ne deriva che il rispetto delle regole è fondamentale, nella società, in un partito, in un’associazione. Purtroppo questi movimenti d’interpretazione delle regole a seconda della posizione che occupiamo in quel momento è un mal costume tutto italiano e se vogliamo diventare un Paese d’esempio per gli altri è dal rispetto delle regole che dobbiamo partire. Si fanno le regole per gli altri e delle eccezioni per se stessi e questo non va assolutamente bene. La famiglia è il luogo dove crescere ed educare i nostri figli a rispettare le regole. Solo facendo crescere i figli insegnandogli quali siano i valori sani della vita ed il rispetto delle regole potremmo un domani migliorare la nostra società e il nostro Paese.
Andrea Pasini – Trezzano Sul Naviglio