Il ricordo di Emilio Scampini nel ventennale della morte

I suoi ‘Racconti del Ticino’, ristampati nel 2006 a cura del comune di Magnago su promozione dei della figlia Malombra che gli ha dedicato un sito web dove ha raccolto le sue opere e le sue memorie

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Sono diversi gli scrittori che hanno attraversato le nostre contrade lasciando tracce nelle loro opere. Tra questi ricordiamo, oltre a Emilio Scampini e Angelo Lodi, anche Giulio del Tredici di Coarezza (1933-1994), il quale esordì nel 1978 con il romanzo Tarbagatai, il grido di guerra dei Celti.
Anche Carlo Emilio Gadda nella Madonna dei filosofi descrive il nostro territorio, ma certamente sono i primi due i ‘nostri’ scrittori. Qui ci limiteremo a parlare di Emilio Scampini – in occasione del ventennale della morte – con il quale collaborammo – come editore – alla pubblicazione suoi ‘Racconti del Ticino’, ristampati nel 2006 a cura del comune di Magnago su promozione dei della figlia Malombra che gli ha dedicato un sito web dove ha raccolto le sue opere e le sue memorie.
Il professor Emilio Scampini era nato a Bienate nel 1919 da una famiglia di imprenditori tessili, ma sentì presto il richiamo della poesia al quale dedicò tutta la vita: “Oggi sono un bel sasso del Ticino, scintillante…”.
Un signore gentile che -negli anni Ottanta – incontravamo il sabato pomeriggio quando veniva a trovarci a casa a portare i suoi racconti che noi pubblicavamo su ‘Ticino mee’ una rivista che ebbe breve vita, ma che nelle sue pagine conserva i suoi pensieri. Scrisse anche un lungo saggio sulle opere di Angelo Lodi che fu pubblicato su ‘Contrade Nostre’ e che resta lo studio più approfondito delle opere del medico di Buscate. Fu lui a indicarlo per primo come ‘Il nostro scrittore’ aggiungendo quell’aggettivo possessivo che è entrato nella storia locale.

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