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Dall'archivio:

Il Proust del mese con Massimo Dapporto. Il celebre attore sarà al Lirico il prossimo 25 gennaio. A cura di Franca Galeazzi

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

MAGENTA – Il celebre attore inaugurerà la stagione teatrale del Lirico, il prossimo 25 gennaio, con la commedia ‘Il delitto di via dell’Orsina’. In attesa di vederlo in scena, gli abbiamo proposto il ‘nostro’ questionario.
 

Il tratto principale del suo carattere?
L’ironia.

La qualità che preferisce in un uomo?
Saper ascoltare.

E in una donna?
Saper parlare.

Il suo principale difetto?
La pigrizia.

Il suo sogno di felicità?
Diventare nonno.

Il suo rimpianto?
Non avere un nipote.

Il giorno più felice della sua vita?
Quando mi sono alzato in piedi e ho mosso i primi passi.

E il più infelice?
Quando sono caduto.

L’ultima volta che ha pianto?
Dieci minuti fa, quando ho letto le domande del “Questionario di Proust”.

La sua occupazione preferita?
Scrivere racconti.

Materia scolastica preferita?
Italiano scritto.

Autori preferiti?
Ammiro la punteggiatura di Alessandro Manzoni, il verso di Dante, la profondità di italo Calvino, l’ironia di Ennio Flaiano, l’umorismo di Achille Campanile.

Libro preferito?
“I fiori blu” di Raymond Queneau.

Attore e attrice preferiti?
Robert De Niro, Meryl Streep.

Film cult?
“Fronte del porto” di Elia Kazan.

La canzone che canta sotto la doccia?
“Lo shampoo” di Giorgio Gaber.

Colore preferito?
Il rosso.

Fiore preferito?
La rosa.

Città preferita?
Roma.

Personaggio storico più amato?
Gandhi.

Personaggio politico più detestato?
Hitler.

Il dono di natura che vorrebbe avere?
Cantare bene.

Se dovesse cambiare qualcosa del suo fisico, cosa cambierebbe?
Vorrei essere alto cinque centimetri in più.

Stato d’animo attuale?
Ansioso.

Le colpe che le ispirano maggior indulgenza?
Le mie.

Come vorrebbe morire?
Sapendo che non è finita.

Il suo motto?
Per poter affrontare l’Eternità, ogni tanto è necessario morire.

 

A cura di Franca Galeazzi

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