Il palazzo delle illusioni. Di Luciana Benotto

A chi si sta chiedendo che palazzo è mai questo, posso cominciare col dire che appartenne alla famiglia Arese Borromeo e che l’idea della sua edificazione venne a Giulio Arese, uomo della nobiltà di toga, nato nel 1560 a Milano e che fece parte dell’Accademia degli Inquieti

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Potrebbe essere il castello del mago Atlante, questo palazzo che all’esterno così bianco e scialbo, che nelle giornate di nebbia scompare alla vista e in quelle di sole accecante appare come un miraggio davanti al quale si estende ciò che rimane di un giardino all’italiana.

Al suo interno il gioco dell’illusione continua attraverso il susseguirsi di trentatré sale tappezzate da affreschi di genere mitologico, boschereccio e religioso, che ci accompagnano alla scoperta delle sue bellezze quasi fossimo noi stessi personaggi scesi dalle pareti.

A chi si sta chiedendo che palazzo è mai questo, posso cominciare col dire che appartenne alla famiglia Arese Borromeo e che l’idea della sua edificazione venne a Giulio Arese, uomo della nobiltà di toga, nato nel 1560 a Milano e che fece parte dell’Accademia degli Inquieti di Bologna, i cui membri si occupavano di filosofia seguendo le orme del nascente pensiero scientifico moderno.

Quell’idea venne però realizzata e completata nel 1674 da suo figlio Bartolomeo, che tramite questa villa di delizie volle affermare il potere e il prestigio del suo casato, nonché la sua appartenenza politica; infatti se si pone attenzione al simbolismo degli affreschi si possono leggere i messaggi indicati dalla famiglia.

Ad esempio, nella Sala dell’Aurora, mentre lei, circondata da amorini, accoglie Apollo alla guida del suo carro trainato da quattro scalpitanti cavalli, Minerva mostra la scena al figlio di Bartolomeo, il biondo Giulio, che tiene in mano una fiaccola. Il messaggio lasciatoci è che bisogna guardare alla luce della conoscenza rappresentata dal Sole che illumina le menti, così come il re di Spagna (all’epoca il ducato di Milano era sotto il governo spagnolo), illumina e guida il suo regno. Ci si perde nella sequenza degli ambienti: ecco la Sala dei Giganti che assaltano l’Olimpo, in quella dei Centauri, nelle cui vele del soffitto si vedono abbinate Virtù e Qualità che si dovrebbero possedere: l’Onore con la Nobiltà; la Chiarezza con la Clemenza, la Gioventù con la Vecchiezza, la Memoria col Merito…
Nella Galleria delle Statue, dipinte lungo le pareti, ci accompagnano le Arti liberati: la Grammatica raffigurata da Aristarco, la Retorica da Cicerone, la Logica da Zenone, la Poesia da Omero, la Musica da Arione, la Pittura da Zeusi e l’Aritmetica da Pitagora.

Grandiosa la Sala dei Fasti Romani, un tempo luogo dei ricevimenti, che ci accoglie nella parte bassa con re e imperatori romani e con cartigli che ci parlano del bene pubblico, della caducità della gloria e dell’importanza della pace, tema sempre attuale; mentre nella fascia superiore dame e gentiluomini ci osservano dall’alto della balaustra che corre tutt’attorno.

Di tanto in tanto personaggi vari fanno capolino da porte e finestre alla nostra altezza per stupirci e renderci ancor più partecipi di questo loro mondo fantastico, e meravigliosamente rappresentato anche da quelle stanze completamente affrescate con paesaggi boschivi, corsi d’acqua, ponti, architetture, popolati da cacciatori, pescatori, cavalieri, nuotatori.

Nella Sala Boscareccia i fusti d’albero la fanno da padrone, quasi fossero colonne portanti del soffitto. Tra i loro rami o sul prato, scoiattoli, una scimmietta con una piccola gorgiera, un pappagallo simbolo del Nuovo Mondo, a ricordare che questo apparteneva in buona parte alla corona spagnola. La visita si conclude sotto l’ariosa loggia, unica in Brianza, perché tipica dell’architettura ligure; e qui, posso finalmente svelare che Cesano Maderno è il luogo dove sorge questo palazzo delle illusioni, affrescato da diversi pittori, tra i quali Ercole Procaccini il Giovane e Giuseppe Nuvolone.

E se il tempo lo consente, una camminata nel giardino disseminato di statue, tra parterre odorosi di rose a partire dal mese di maggio, affiancati da cedri, pioppi, carpini, tassi e tigli, conclude la nostra visita.

Il link per le Informazioni: https://www.amicipalazzoareseborromeo.it/p/it/palazzo/

I miei romanzi storici li trovate nelle librerie e in tutti i bookshop on line

A cura di Luciana Benotto

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