MAGENTA MILANO – Ormai la vita di Paolo Razzano, dirigente under 40 del Pd con solida esperienza alle spalle e un futuro per certi versi segnato, da politico a tutto tondo, si divide tra Magenta e Milano, dove c’è la segreteria metropolitana dei Dem, in seno alla quale l’ex vicesindaco coordina gli enti locali ed è di fatto il numero 2 dopo Silvia Roggiani, fresca di ingresso nella direzionale nazionale di Nicola Zingaretti.
Lo abbiamo sentito all’indomani dell’investitura dello stesso Zingaretti a leader del nuovo Partito Democratico.
Domenica scorsa eri a Roma. Che clima hai colto, che aria?
Sicuramente c’è una voglia di ripartenza, un cambio di clima. C’è un rinnovato entusiasmo, assieme ad un’assemblea fatta da gente di popolo. Rispetto all’epoca di Renzi ho visto meno politici rampanti.
Che tipo di leader è Nicola Zingaretti?
Uno che ascolta, che include, che sceglie sempre il punto di incontro piuttosto che di rottura. Non si tratta di fare l’UIivo 3.0, ma di mettere il Pd al centro di progetti nuovi: Zingaretti vuole parlare col civismo. Sono due fasi diverse, quelle di ieri e di oggi. Renzi aveva la necessità di governare e fare le riforme, forse è mancato l’ascolto in quella fase. Mentre Zingaretti, nel suo discorso, l’ho visto con una visione chiara.
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Milano incassa l’ingresso in direzione di Silvia Roggiani..
Sì, è una ottima notizia. Silvia è entrata tra i 120 della direzione, da qui scaturirà la segreteria, che sarà composta da un numero di persone oscillante da 9 a 20. Nei 120 ci sono quasi 10 componenti milanesi, oltre a lei ci sono la De Cesaris, Scalfarotto ed altri.
I sondaggi danno un Pd in netta risalita..
Per fortuna sì. Torniamo ad avere una fase ascendente, gli errori del governo sono evidenti. Il M5S è in una fase di crisi strutturale, la Lega vive una fase di leadership molto forte, come successe Renzi nel 2014, ma poi si rischia di scendere in picchiata. Ci sono analogie con quanto successe a noi. La Lega deve andare all’incasso di alcuni provvedimenti, ma il futuro è denso di nubi.
Il Pd lombardo chiede a gran voce l’applicazione dell’autonomia.
Assolutamente, ed è un altro esempio della politica del NI condotta dalla Lega: come su Tav, Venezuela e altre riforme. La Lega fa dell’immigrazione e del suo contrasto la propria bandiera, ma nasce come movimento federalista. Tema su cui il csx ormai ha una certa maturità; dentro un quadro nazionale, le Regioni possono avere autonomie gestionali. Anche in Lombardia si può migliorare in campo sanitario, tanto per fare un esempio concreto.
Elezioni comunali del 26 maggio: tu che ruolo avrai?
Sto seguendo tutti i Comuni al voto, decine e decine. Sento che il clima è molto diverso rispetto a 2-3 mesi fa. Mi pare che il Pd stia tornando promotore e protagonista in territori allargati, stiamo dialogando con liste civiche, mentre Lega e FI litigano parecchio. C’è una classe dirigente Dem che ha dimostrato di saper governare bene. Il 26 maggio sarà anche la sfida su due modelli ben distitni di Europa. Che risultato prevedo? Siamo ritornati al centro del dibattito, vogliamo molti parlamentari.
Per che percentuale del Pd alle Europee firmeresti, la sera del 26 maggio?
Sicuramente per una percentuale sopra il 20 e il più possibile vicina al 25.
Come vedi i sindaci di Pd e centrosinistra dei nostri Comuni? Saranno rivotati? Vinceranno?
Ci sono molti sindaci uscenti molto bravi, come Sara Bettinelli ad Inveruno, che ha saputo allargare coalizione e consenso. Vedo Filippo Fusè di Mesero che va verso la riconferma, a Settimo Milanese c’è da tempo un esempio di buongoverno, come anche a Cesano Boscone col sindaco Negri. In generale mi sento ottimista.
F.P.