Nella capitale, Managua, violente proteste per la riforma delle pensioni, voluta dal presidente Ortega.
Ex guerrigliero sandinista, già presidente del Nicaragua dal 1985 al 1990, Daniel Ortega è presidente del Nicaragua dal 2006, alla guida un’alleanza tra il Fronte sandinista di liberazione (Fsln) e una parte della destra.
In quasi 12 anni di presidenza Ortega non si erano mai viste proteste così gravi: 29 morti e 43 dispersi. La Croce Rossa Nicaraguense segnala, inoltre, oltre 400 feriti, la metà ricoverati negli ospedali di Managua e delle città vicine.
La causa scatenante è la riforma delle pensioni: aumento dei contributi ad imprese e dipendenti, taglio del 5% delle pensioni già erogate, per colmare un deficit di 76 milioni di Usd. Ad essa si somma la corruzione diffusa e la poca libertà di espressione, come denunciato, anche, da Violeta Granera, del Fronte Ampio per la Democrazia (FAD).
Dopo 5 giorni di scontri, tra manifestanti e Polizia Nazionale, il governo ha annunciato la revoca della riforma presidenziale. Queste le scarne parole di Ortega: “Il Consiglio di Sicurezza ha appena approvato una risoluzione per la cancellazione della riforma pensionistica”.
Solo nei giorni scorsi è ritornata la calma. I supermercati hanno riaperto dopo i saccheggi a latere delle proteste.
Marco Crestani