MAGENTA – Francesco, Giuseppe e Mario sono tre fratelli. Sono i Sanchioli. Il Diciassette, anno canelupo, per loro tre, si dispiega così.
Il 24 febbraio – San Modesto Vescovo di Treviri. Giuseppe, nato il 15 maggio del 1893, 7° reggimento di fanteria, viene ferito nei pressi di Monfalcone, cade, è fatto prigioniero, e muore per le ferite riportate. Ha ventiquattro anni.
Il 25 ottobre – Santi martiri Crisante e Daria. Mario, nato il 17 settembre 1889, 262° reggimento di fanteria, cade in combattimento nei pressi di Gorizia, e muore. Ha ventotto anni.
Il 25 dicembre – Santo Natale di Gesù. Francesco, nato il 28 marzo 1887, 63° reggimento di fanteria, cade nei fatti d’arme di Caporetto. Ha trent’anni.
“L’inutile strage”, seguendo la cifra estetica, quindi etica, di Papa Benedetto XV, al secolo Giacomo della Chiesa, 257° successore di Pietro.
A Magenta, anno 1930, VIII° dell’era fascista, addì 11 luglio, nella Sala Municipale di Magenta, il Podestà avvocato Giuseppe Brocca, assistito dal segretario comunale sig. Imboldi, delibera di assegnare ai tre fratelli la diramazione di via Milano lungo la casa Coprani.
La via fratelli Sanchioli s’inserisce a trave portante nel crocevia tra gli assi dove insiste la chiesa dei padri Somaschi e la casa profughi Vincenziana.
Oggi, nell’anonimo colloquiale, via Sanchioli. Uno, nessuno, o centomila. Tutti i caduti.
E.T.
La via Casati, sede un tempo della Parrocchia dei Padri Somaschi, oggi assorbita nell’unica Unità Pastorale. Assieme alla via Fratelli Sanchioli che incrocia rappresenta il fulcro della zona sud della città.
E.T.