Alessandro Impagnatiello ha “pianto tutto il tempo” perché “oggi era veramente l’udienza più tosta, ripensare a quello che è successo, l’immagine (del cadavere, NdR) è stata forte”. Così le legali del 30enne a processo per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano, avvocate Giulia Geradini e Samanta Barbaglia, uscendo ieri dall’aula della Corte d’Assise di Milano. “Lascia trasparire le sue emozioni ma non descrive effettivamente quello che prova”, hanno dichiarato spiegando di averlo visto “molto provato”. Per le legali “ci sono ancora tanti aspetti da approfondire”, a cominciare dalle ricerche sul web e gli acquisti di topicida e cloroformio, ordinati mesi prima di accoltellare la fidanzata, incinta del bambino che si sarebbe chiamato Thiago, come emerso oggi durante le testimonianze di tre investigatori dei carabinieri che hanno condotto le indagini. “La valutazione delle sue condizioni psicologiche è un aspetto importante. Sarà oggetto di approfondimento”, hanno concluso le legali senza rivelare se chiederanno o meno una perizia psichiatrica alla Corte presieduta da Antonella Bertoja.
“Non ho fatto caso alla circostanza se Impagnatiello fosse provato o meno.Ho guardato nell’aula e ho visto che siamo rimasti provati tutti quanti.Effettivamente sono immagini dolorosissime e disturbanti per chiunque.Questa e’ la ragione per la quale oggi non sono stati presenti i signori Tramontano a questa udienza”. Lo ha detto l’avvocato Giovanni Cacciapuoti, legale della famiglia Tramontano, parte civile al processo relativo al delitto di Senago, a margine del processo che ieri ha vissuto una nuova udienza a Milano in Corte d’Assise.