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Il Comitato Restauro e il monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale: un bel progetto presentato da Rotary Magenta

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Martedì sera, all’hotel Excelsior, la presentazione del progetto alla presenza di Luca Del Gobbo e Chiara Calati

MAGENTA – L’ennesima intrapresa socialmente rilevante del Rotary Club di Magenta è un doveroso e deferente omaggio ai caduti italiani durante la Prima Guerra Mondiale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il progetto è stato illustrato martedì sera dal presidente  Edoardo Baronchelli, che ha ospitato alcuni relatori come il  Generale Dario Cerniglia, in collaborazione con il Comitato per il restauro del Memoriale ai caduti della I° Guerra Mondiale (Comitato presieduto dal Cav. Uff. Giuseppe Pirulli), che seguirà materialmente il restauro.

Oltre al relatore Generale Dario Cerniglia era presente anche l’architetto Maggiore Luigi De Finis, il quale ha presentato il progetto di recupero del memoriale, che si trova al confine tra Italia e Slovenia; come sempre, ha garantito la sua preziosa collaborazione anche il segretario del Rotary, Monica Simonelli.

Il Rotary Club Magenta ha inoltre inteso ringraziare il Socio Generale Antonio Pennino per l’impegno profuso nell’organizzazione della serata. Alla serata erano presenti l’assessore regionale Luca Del Gobbo, il Sindaco di Magenta Chiara Calati e il tenente colonnello della Guardia di Finanza Luca Brioschi.

La prima guerra mondiale, la grande guerra come fu poi battezzata (ha ricordato il presisente Baronchelli in apertura), è stata caratterizzata da una situazione di stallo tra le forze combattenti delle nazioni in lotta, determinata dallo sviluppo tecnico delle armi, associato alle accresciute possibilità di adattare alla guerra l’organizzazione politica ed economica dello stato. Le popolazioni civili furono soggette ad una spaventosa guerra di logoramento. I vincitori soffrirono quanto i vinti e il risultato finale fu il crollo dell’organizzazione sociale degli stati. Per dare una idea della dimensione della Grande Guerra, basti pensare  che alla fine delle ostilità avevano vestito una divisa 65 MILIONI tra donne e uomini appartenenti alle varie nazioni.

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