I “comportamenti” di Giancarlo Tancredi, ormai ex assessore milanese alla Rigenerazione urbana, di Giuseppe Marinoni, presidente fino ad aprile della disciolta Commissione paesaggio, dello sviluppatore immobiliare Manfredi Catella, e degli altri tre indagati sono “indubbiamente deviati verso il favore per il conflitto di interessi e la corruzione delle funzioni” e, dunque, va interrotta quella “spirale di affari” e presunte tangenti nell’urbanistica.
Così, in sintesi, la Procura di Milano ha motivato il pericolo di reiterazione del reato e le richieste d’arresto per i sei indagati (quattro istanze di carcere e due di domiciliari, ossia per Tancredi e Catella), tra cui anche l’imprenditore di Bluestone Andrea Bezziccheri, l’ormai ex manager di J+S Federico Pella e l’ex componente della Commissione, Alessandro Scandurra.
Gran parte degli indagati, nel frattempo, ha rinunciato alle cariche: Tancredi si è dimesso da assessore e si è anche sospeso da dirigente comunale, Catella in Coima non ha più deleghe operative nei rapporti con la pubblica amministrazione, Pella è uscito da J+S, Marinoni e Scandurra non sono più in Commissione.
Gli inquirenti hanno, comunque, ribadito dopo gli interrogatori preventivi del 23 luglio le richieste d’arresto, dopo che già negli atti hanno messo in luce che “i rischi di reiterazione e di aggravamento delle condotte prese in esame appaiono elevatissimi”. E il gip Mattia Fiorentini, che potrebbe decidere dal 30 luglio in avanti e comunque entro questa settimana, deve valutare proprio questi temi, ossia l’esigenza cautelare della reiterazione, anche alla luce di eventuali ruoli che ancora svolgono o meno gli indagati.
Potrà in teoria anche rimodulare le misure richieste. In altri casi, ad esempio, dopo richieste d’arresto vennero applicate dai giudici misure interdittive da attività e professioni. E comunque il gip dovrà vagliare pure le imputazioni di corruzione, induzione indebita e falso e pronunciarsi sul riconoscimento o meno dei reati contestati dai pm.