Lasciamo il mio amato country indipendente e viaggiamo veloci verso lidi rock amici! Eh sì perché questo trio di Nashville è energia pura, divertimento, talento e tanta velocità.
Negli ultimi anni sulla scia del successo dei Greta Van Fleet, che avevano stupito il mondo con il loro esordio ma che si sono un po’ persi fra banalità e mainstream, sono nate parecchie band che si sono ispirate al sound dei Led Zeppelin ma anche mischiando l’immediatezza e le ruvidezza degli AC/DC e il groove dei Lynyrd Skynyrd e dei Molly Hatchet, per dimostrare al mondo che il rock era vivo e vegeto.
Con padri ispiratori di questo livello, se si ha il talento dei Goodbye June il risultato può essere esplosivo ed infatti questo See Where The Night Goes è composto da 11 pezzi che sfrecciano veloci ed elettrici come una vecchia canzone di hard rock anni settanta.
Non troverete inserti pop o arrangiamenti ricercati, ma tanta passione e poca voglia di rallentare (tranne in pochi casi) e possiamo certamene affermare che questo loro terzo disco è un’evoluzione verso l’alto della qualità del songwriting e non vediamo l’ora di vederli in tour con i Whiskey Myers e i Shane Smith and the Saints in questi mesi.
La band come vi dicevo è un trio formato dalla voce pazzesca di Landon Millbourn, dalla chitarra ritmica e dal basso di Brandon Qualkenbush e dalla chitarra solista di Tyler Baker. I 3 sono cugini e suonano assieme ormai dal 2009, quindi hanno tenuto ormai migliaia di concerti su e giù per i locali non solo di Nashville e il loro affiatamento è anche maggiore vista la parentela.
Il nome della band ha un’ispirazione tragica e importante per Baker, infatti è stato scelto dopo la scomparsa di suo fratello in un incidente proprio il mese di giugno e dal 2017 anno di uscita del loro primo disco Magic Valley non si sono più fermati, in un’escalation di successo che ora le riviste di settore indicano come un vero e proprio crack da seguire senza esitazioni. E lo meritano davvero. Fidatevi!
Hanno già suonato in Europa con un tour che ha toccato tutti i maggiori stati europei e hanno anche già scalato le classifiche di genere nel Regno Unito (anche con il disco di cui vi sto parlando) e sono pure comparsi nella colonna sonora di un videogame.
Premete play e verrete invasi da un fiume in piena di rock and roll ed elettricità, Step Aside si basa sulla ritmica indiavolata della chitarra ma anche sulla voce così potente e incisiva di Millbourn, non si può stare fermi, vi avviso! Gli stacchi e cambi di velocità sono pienamente ispirati al sound degli AC/DC, in fondo il rock è questo e ci piace così.
La title track sembra un pezzo uscito direttamente da una jam session con Angus Young, il feeling è lo stesso, la voglia di saltare e divertirsi la stessa ma rispetto agli australiani, i Goodbye June hanno una capacità lirica e un sentimento intenso che il rock dei loro ispiratori non aveva ma i riffs assassini hanno lo stesso sapore.
Breathe and Attack è un pezzo dall’animo southern rock con una melodia che non fa prigionieri ma è ancora la voce che stupisce, un po’ Bon Scott un po’ Robert Plant prima maniera. Una vera scoperta.
Take a Ride dal vivo potrebbe far saltare più di qualche cuore, una cavalcata hard rock dal ritmo serrato, le chitarre graffiano l’aria senza sosta e si potrebbe aver bisogno di una pausa dopo tanto saltare ed infatti arriva What I Need, una ballata dal sentimento quasi country, d’altronde i ragazzi vengono da Nashville, convincente e non banale. Le liriche non sono melense ma sincere e il pezzo aiuta a stemperare un po’ l’elettricità dei precedenti pezzi che aveva devastato l’aria.
Dopo aver ripreso fiato il ritmo aumenta piano piano come in Stand and Deliver, un brano la cui elettricità esplode nel ritornello, niente viaggi pindarici, niente inutile ricerca di stupire l’ascoltatore.
Riff diretti e tanto talento, il segreto è tutto qua come nel titolo di Three Chords.
Questi tre ragazzi non stravolgono lo spirito della musica che suonano, l’hard rock è semplice ma non dimenticate che senza il talento, che hanno in grande abbondanza questi 3 cugini, rischiate di fare la fine di tante band che ci hanno provato ma che nessuno ricorda più.
Il disco si chiude con Black che fonde un mirabile riff quasi blues rock all’elettricità che abbiamo assaporato finora, il riff è eccezionale, il lavoro delle chitarre è notevole e non vi dico più nulla della voce di Millbourn, sarei ripetitivo ma davvero merita di essere ascoltata.
Un disco che non ha la pretesa di essere impegnato oppure di essere alla ricerca di nuovi orizzonti musicali e arrangiamenti mai sentiti , ma che dimostra che il rock non ha nessuna intenzione di morire e che la sua ricetta è semplice : melodia, energia, elettricità, passione e voglia di divertirsi.
E’ tutto qui e se amate il rock degli AC/DC, lo spirito di quella musica e la sua scarica energetica continua, i Goodbye June sono la band che stavate cercando, aggiungeteli alla vostra playlist, abbassate i finestrini e correte sulle strade del loro rock and roll.
Buon ascolto,
Claudio Trezzani by Trex Roads www.trexroads.altervista.org
(nel blog trovate la versione inglese di questo articolo a questo link : https://trexroads.altervista.org/see-where-the-night-goes-goodbye-june-2022-english/