Giro d’Italia 2023: vincitori e vinti

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Non è stato probabilmente il Giro d’Italia più emozionante della storia ma è stato comunque un Giro godibile.

L’edizione 2023 della corsa rosa, la numero 106 in assoluto, ha dovuto affrontare tante traversie, dal persistente maltempo al redivivo Covid che ha costretto al ritiro alcuni pezzi da 90 come il campione del mondo Evenepoel e il nostro Ganna. E nonostante questo ha offerto agli appassionati uno spettacolo di tutto rispetto, con il ribaltone finale della cronoscalata di Monte Lussari che ha permesso a Roglic di prendersi la maglia rosa proprio all’ultimo tentativo utile. Ora che i giochi sono finiti già da qualche settimana, stabiliamo a mente fredda i veri vincitori e vinti del Giro d’Italia 2023.

Ovviamente non possiamo che cominciare dal vincitore assoluto, lo sloveno Primoz Roglic. Collezionista di Vuelta con i tre trionfi del 2019, 2020 e 2021, si è approcciato al Giro con il chiaro intento di vincerlo, nonostante le tante defezioni nella sua Jumbo-Visma che sembravano avergli irrimediabilmente indebolito la squadra. Ritiratosi Evenepoel, il favorito della vigilia nelle quote delle scommesse sportive soprattutto per via della più giovane età, Roglic ha viaggiato a fari spenti per lunghi tratti della corsa (zero vittorie di tappa, un solo podio all’arrivo di Monte Bondone) contenendo il distacco dalla maglia rosa Thomas nel limite dei 30 secondi. Un margine accettabile che gli ha permesso di piazzare la zampata dove si sentiva più forte, ovvero i 18,6 km dell’ascesa a Monte Lussari. Alla fine i 14 secondi di vantaggio sul gallese (quarto minor distacco tra primo e secondo in 106 edizioni) sono risultati più che sufficienti per vincere da campione il Giro d’Italia 2023: in questo modo Roglic se è anche rifatto della beffa del Tour de France 2020, quando era stato lui a subire la rimonta alla penultima tappa dal connazionale Pogacar.

“Il secondo è il primo degli sconfitti” diceva il grande Enzo Ferrari. Rispettando questo aforisma dovremmo inserire Geraint Thomas, nonché tutti gli altri partecipanti, nell’elenco dei “vinti” del Giro d’Italia 2023. Ci perdoni però da lassù il Drake di Maranello, ma non ce la sentiamo di considerare uno sconfitto il 37enne di Cardiff che ha dato prova di grande solidità per tutta la durata della corsa, con un andamento in crescendo dall’inizio alla fine. La sua unica colpa? Non aver accumulato un vantaggio più ampio su Roglic per resistere alla prevedibile furia dello sloveno nell’ultima cronoscalata. Quei 14 secondi di troppo popoleranno a lungo i suoi incubi ma il Giro di Thomas resta da applausi.

Roglic e Thomas fanno 70 anni in due ma il Giro d’Italia 2023 non è stata solamente un’edizione per “vecchi”. Ha destato per esempio un’eccellente impressione il 24enne portoghese Joao Almeida, che già aveva sfiorato il colpo grosso al Giro nel 2000 e stavolta si è inerpicato fino al terzo gradino del podio con la chicca della vittoria di tappa sul Bondone. E poi, finalmente un po’ di Italia, ci è piaciuto tantissimo il nostro Jonathan Milan, 23 anni il prossimo ottobre. L’indiscutibile frontman del quartetto d’oro di Tokyo 2020 nell’inseguimento a squadre era Filippo Ganna, ma i più attenti ricorderanno che in quella formidabile squadra c’era pure un certo Milan. E adesso impareranno a conoscerlo ancora meglio in virtù degli ottimi risultati al Giro 2023 con una vittoria di tappa, ben quattro secondi posti (di cui un paio con rimpianti) e il primato nella classifica a punti. Abbiamo trovato il velocista italiano dei prossimi dieci anni? Alle future corse l’ardua sentenza.

Altri “vincitori” del Giro d’Italia 2023 sono stati l’arrembante canadese Derek Gee, sfortunato nei risultati ma premiato per la combattività, gli irlandesi Dunbar e Healy, il bravo Leknessund che ha riportato la Norvegia in maglia rosa a 42 anni dal mitico Knut Knudsen, gli altri giovani italiani Zana, Bais e Frigo, gli immarcescibili Caruso, Pinot e Cavendish e il piccolo-grande scalatore colombiano Buitrago, che ha domato la difficilissima tappa di Tre Cime di Lavaredo bissando l’exploit dello scorso anno a Lavarone. E ha sicuramente vinto anche Martin Marcellusi, che nelle tre settimane di corsa non ha combinato granché (del resto era al suo primo Giro) ma che ha ottenuto il sì della fidanzata Cristina alla sua proposta di matrimonio dopo l’arrivo dell’ultima tappa. Felicitazioni vivissime!

Ok, quindi al Giro d’Italia di quest’anno hanno vinto tutti? Assolutamente no e infatti c’è anche un bel plotone di delusioni. Che non comprende coloro che per motivi diversi hanno dovuto abbandonare prematuramente la corsa. A cominciare da Remco Evenepoel, su cui sono piovute critiche ingenerose e sospetti un po’ meschini (“Si è ritirato perché aveva paura di perdere”) quando invece andrebbe applaudito per la sua trasparenza. E comunque fatichiamo a capire di cosa avrebbe dovuto aver paura uno che al momento del ritiro era saldamente maglia rosa…

Ecco invece i veri sconfitti del Giro d’Italia 2023. Si pensava per esempio che Fernando Gaviria, uno dei più forti velocisti del mondo, potesse fare man bassa degli arrivi in volata. E invece il colombiano della Movistar ha collezionato come miglior piazzamento un misero quinto posto. Decisamente bocciato, con la piccola attenuante di alcune sfortunate cadute. Per quanto riguarda i corridori con ambizioni di classifica generale, ci aspettavamo molto di più da Hugh Carthy e Jack Haig, che invece non sono mai sembrati competitivi. Male in blocco due team potenzialmente fortissimi come Cofidis e Arkea-Samsic: anonimi, o quasi, dall’inizio alla fine.

E male, purtroppo, l’italiano Lorenzo Fortunato, su cui molti puntavano discrete fiches ricordando soprattutto lo splendido trionfo del 2021 sullo Zoncolan, ma anche considerando l’ottimo inizio di stagione con la vittoria alla Vuelta Asturias e il quinto posto finale al Tour of the Alps, ad appena 38 secondi dal vincitore Geoghegan Hart. 38 secondi di distacco dal primo in classifica che nella graduatoria finale del Giro d’Italia 2023 sono diventati 38 minuti (+37 secondi), senza neppure provare uno scatto, una fuga, un minimo guizzo. Insomma un’esperienza da dimenticare, ma a 27 anni Fortunato ha ancora il tempo per rifarsi. Possibilmente con più convinzione.

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