Se ne sente parlare moltissimo, eppure l’alcool rappresenta ancora un problema non da poco della società in cui viviamo, specie tra i più giovani…
MAGENTA – I dati che l’Istat ci fornisce sono schiaccianti: circa il 21% dei ragazzi ha avuto la sua prima esperienza con l’alcool a 11 anni. Secondo l`Istituto Superiore di Sanità, invece, il 75% dei ragazzi tra i 16 e i 25 anni beve alcoolici, e se si considerano anche i quindicenni la percentuale non scende di molto, attestandosi al 67%. I motivi per i quali i giovani bevono si sanno; si beve per abbattere le barriere inibitorie, spesso si beve solo per essere accettati dal gruppo di amici e non essere considerati dei “perdenti”, oppure perché “lo fanno tutti”; si beve perché bere in un certo senso è diventato “di moda”. Ciò che però spesso questi ragazzi non sanno è cosa rischiano. Negli ultimi anni i dati ci dicono che però sono significativamente calate, anche se in modo altalenante, le percentuali dei giovani che si trovano ad avere a che fare con l’alcool e che a causa di questo, a volte, si imbattono nei problemi che ne derivano, come il maggior rischio di insorgenza di patologie come cirrosi epatica, pancreatite, tumori, ansia e depressione.
Ciò è dovuto al fatto che sempre più scuole si stanno impegnando in uno degli obiettivi proposti dal Dipartimento Politiche Antidroga in accordo con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca: sensibilizzare i giovani sul tema dell’alcool e rafforzarne la prevenzione. Si tratta di un processo secondo il quale la scuola organizza e propone corsi durante l’orario scolastico, rivolti a ragazzi delle medie e delle superiori, con lo scopo di creare sempre maggiore informazione utile ai ragazzi per capire a cosa si va incontro, rischi, malattie e problematiche dovute anche al consumo occasionale.
Queste ore impiegate al progetto si svolgono tra discussioni libere, che vanno anche a toccare l’area celebrale emotiva del ragazzo per sensibilizzarlo, e lavori di gruppo secondo i principi dell’alcologia bio-psico-sociale. Si è inoltre notato quanto siano maggiormente efficaci i corsi tenuti ai giovanissimi.
Infatti questi non essendosi ancora approcciati a questo mondo, riescono ad ascoltare senza pregiudizi, in modo tale che quando arriverà anche per loro l’età della prima esperienza, sapranno già problematiche ed effetti e perciò saranno aiutati nel compiere la scelta giusta: “conoscere per decidere” come cita il motto dell’ associazione “Osservatorio permanente sui giovani e l’alcool” che da due decenni opera nel campo dello studio e della comunicazione pubblica sui temi della produzione, consumo e abuso di bevande alcoliche.
Giulia Accardo