RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA SINISTRA ITALIANA OVEST MILANESE – “Sono purtroppo ben noti a tutti i gravi problemi della sanità regionale lombarda: lunghe liste d’attesa, aumento delle prestazioni erogate solo a pagamento, incapacità di realizzare la promessa diminuzione dei tickets, indebolimento dei servizi territoriali, intasamento dei pronto soccorsi, esclusione dei Comuni dalla programmazione sanitaria, avvio farraginoso e confuso del riordino della sanità lombarda in base alla legge regionale del 2015.
Non è invece noto a tutti che i malati cronici in Lombardia costituiscono il 30% della patologia totale ma consumano il 70% del fondo sanitario regionale. Per far fronte a ciò, la Regione Lombardia già cinque anni fa ha istituito i CReG (Chronic Related Groups) organizzati da associazioni di Medici di Medicina Generale (MMG), basando la loro attività su Centri Servizi gestiti da società private; questa soluzione non ha dato risultati soddisfacenti, tanto che nel 2017 la Regione ha cercato di sopperire con l’istituzione di un Gestore che si occupi delle cronicità. Possono ricoprire il ruolo di Gestore sia le suddette associazioni di MMG, sia altri soggetti accreditati, e cioè le già citate società private; i tre milioni di ammalati cronici lombardi sono stati divisi per tipologie e per gradi di gravità, con costi differenziati ma prestabiliti per ogni categoria, che saranno versati dalla Regione al Gestore.
Il Gestore dovrà: 1) definire il Piano di Assistenza Individuale (PAI) che dovrà essere sottoscritto dall’assistito; 2) garantire la presa in carico globale dell’assistito, anche appaltando ai centri di servizio quelle procedure diagnostico-terapeutiche di cui non è in possesso; 3) essere retribuito con una cifra fissa per tutto il periodo di presa in carico (almeno un anno) durante il quale il paziente non può cambiare Gestore e quindi è probabile che il Gestore cerchi di limitare le prestazioni per aumentare il margine di guadagno.
I MMG con il nuovo assetto organizzativo avranno tre possibilità: associarsi in cooperativa e divenire Gestori, oppure associarsi ad un altro Gestore (privato) e divenire Cogestori, oppure continuare così perdendo la gestione dei propri pazienti cronici, che però in caso di malattia acuta dovranno continuare a rivolgersi a loro. I tre milioni di malati cronici lombardi riceveranno entro ottobre 2017 una lettera con indicati i Gestori accreditati che dovranno scegliere.
L’Ordine dei Medici e la maggior parte dei sindacati dei medici, nettamente critici sulla prima delibera di gennaio 2017, hanno attenuato la negatività del loro giudizio dopo la seconda delibera del maggio 2017 che ha accolto molte delle loro richieste, in particolare quella di non penalizzare la quota capitaria di compenso anche per quei medici che non accetteranno di divenire Gestori o Cogestori.
L’associazione Medicina Democratica e alcuni sindacati dei medici hanno fatto ricorso al Tar contro la delibera regionale, in quanto la ritengono uno strumento per commercializzare ulteriormente la sanità lombarda, già ampiamente affidata a strutture private, nel tentativo di privatizzare, almeno in parte, anche la medicina generale. Milano in Comune ha indetto un convegno in cui sono emerse molte critiche a questo nuovo modello organizzativo, caratterizzato da un’accentuazione dei caratteri mercantili dell’assistenza sanitaria e da un maggior sfruttamento degli operatori, con svilimento della loro professionalità, senza garantire sicurezza dei pazienti e delle cure. Su posizioni analoghe è il Forum della Salute di Sinistra Italiana, che ha formulato un’analisi seria e approfondita delle due delibere regionali: questo vantaggio conoscitivo permetterà a Sinistra Italiana di produrre un documento sul nuovo assetto sanitario lombardo, da cui trarre materiale divulgativo. Sinistra Italiana si è già impegnata a volantinare alle porte di alcuni ospedali milanesi e sta organizzando assemblee a Milano, Como e Brescia. In conclusione, è necessario che i cittadini lombardi, nonostante il clima vacanziero non invogli a riflessioni su questi temi, vengano adeguatamente informati sulle conseguenze che questi provvedimenti avranno sulla loro vita e sulla loro salute; deve essere confutata la propaganda dell’assessore regionale quando afferma che queste modalità operative ridurranno i problemi e i disagi dei malati lombardi, che sono invece dovuti a scelte precise compiute in tutti questi anni di governo regionale dalla maggioranza di centro-destra, che ha sempre puntato sulla privatizzazione a discapito del servizio pubblico”.
*Silvia Caprotti Responsabile Welfare e Salute Sinistra Italiana Ovest Milano