MAGENTA – “Rispetto a quanto successo sabato pomeriggio in piazza del Comune a Magenta, ho fatto semplicemente quello che dovrebbe fare qualsiasi cittadino. Il fatto che io sia Vice Sindaco non c’entra proprio nulla”. A ripercorrere i vari passaggi della vicenda che ha portato la presenza delle Forze dell’Ordine in piazza Formenti in occasione della presenza di diversi componenti della comunità islamica cittadina, per l’apertura del Ramadan, è lo stesso Assessore Simone Gelli. Che fa attraverso Ticino Notizie, alcune importanti precisazioni.
“Innanzi tutto – spiega Gelli al nostro quotidiano on line – è dall’inizio della settimana, che io al pari di altri cittadini, eravamo venuti a sapere in via informale, della possibilità che l’Associazione Moschea Abu Bakar potesse organizzare una manifestazione in città. A questo punto, anche se con il condizionale, qualsiasi cittadino cosa fa? Passa l’informativa al Comando della Polizia locale, così come al Comandante della locale stazione dell’Arma dei Carabinieri. Dopodiché sono questi organismi deputati al controllo del territorio ad agire in piena autonomia, rispetto al dà farsi. Da parte dell’Amministrazione comunale invece c’è soltanto l’impegno ad essere aggiornati sulle decisioni che saranno assunte. Ed è quanto abbiamo fatto”.
Dopodiché Gelli pone una domanda ad alta voce: “Posto che quella di sabato pomeriggio, è stata fuori di dubbio una riunione in luogo pubblico, perché tutte quelle persone insieme non si erano certe date appuntamento lì per mangiarsi un gelato, sarebbero bastate due righe per informare chi di dovere sulle reali intenzioni. Nessuno, si badi, mette in dubbio, le finalità del tutto pacifiche della cosa. Ma visto che ci sono delle regole, tutti noi li dovremmo rispettarle. Lo fanno i partiti politici, quando chiedono uno spazio per uno gazebo in piazza, perché non dovrebbero farlo anche loro?”.
Ultima riflessione sull’accaduto da parte del Vice Sindaco riguarda ancora le motivazioni del presidio che ha visto la presenza di uomini del Battaglione Lombardia dell’Arma dei Carabinieri, nonché di altri colleghi in divisa.
“Voglio puntualizzare – chiosa Gelli – che piaccia o non piaccia, esistono protocolli da rispettare che sono in primis a tutela dei manifestanti. Perciò, quello che non è stato capito e me ne dispiaccio, è che la presenza delle Forze dell’Ordine, comunque discreta, fosse a tutela anche di chi era lì sabato pomeriggio. E’ un nostro preciso dovere fare in modo che tutto si svolga tranquillamente, tanto più quando ci sono donne e bambini di mezzo”.
Da ultimo, Gelli indugia ancora sui contenuti di questi protocolli di sicurezza: “Purtroppo, duole dirlo, ma molte di queste disposizioni sono state introdotte a seguito degli atti di terrorismo di matrice islamica. Questo è un fatto oggettivo su cui tutti dobbiamo convenire”.
F.V.