“Lui mi e’ saltato addosso, la pistola ce l’avevo sempre in mano, non mi e’ mai caduta; al primo colpo ero steso a terra, Dritan anche per terra, anche durante il secondo colpo. Mi e’ saltato addosso ed entrambi siamo caduti per terra. Io non l’ho aggredito, ho cercato di difendermi, cercando di togliergli le mani”.
L’ha detto Walter Budri nell’interrogatorio di convalida, con la gip Stefania Donadeo, dell’arresto per l’omicidio dell’amante della moglie, la notte del 26 ottobre a Garbagnate Milanese, in provincia di Milano. Per la giudice, che ha disposto la custodia cautelare in carcere per il 78enne, “l’ipotesi della legittima difesa non e’ suffragata dalla ricostruzione dei fatti sulla base delle prime indagini svolte”. “Una cosa e’ chiara”, secondo la gip. “Walter Budri in maniera assolutamente cosciente e volontaria decide di ammazzare Toni, dapprima avvertendolo, poi, scendendo in ascensore, esplodendo al suo indirizzo due colpi, uno dei quali lo attingeva mortalmente”.
Dalla ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Rho e della pm di turno Maria Giuseppina Gravina, e’ emerso che la vittima di 41 anni era arrivato nella casa, dove dopo aver litigato con la donna l’avrebbe colpita al volto. La 41enne insieme al figlio, avuto da una precedente terza relazione, sarebbe scappata di casa. In quel frangente Budri, assistito dall’avvocata Anna Maria Bozza, con la Beretta, regolarmente denunciata, aveva sparato due colpi in alto sul pianerottolo a scopo intimidatorio. A quel punto sarebbe sceso in ascensore e nell’androne avrebbe sparato altre due volte, colpendo la vittima una volta al petto.