Il 18 agosto 1946, esattamente settantanove anni fa, sulla spiaggia di Vergarolla (Pola), un’esplosione uccise decine di persone: i morti identificati furono 65, i resti ritrovati corrispondevano a ben oltre cento diversi cadaveri, mentre 211 furono i feriti. Quasi un terzo erano bambini o avevano meno di 18 anni. I soccorsi furono complessi e caotici, anche per il fatto che alcune persone furono letteralmente “polverizzate”.
Questa è una delle cause per cui non si riuscì a definire l’esatto numero delle vittime, tuttora controverso. Sulla spiaggia si sarebbero dovute tenere le tradizionali gare natatorie per la Coppa Scarioni, organizzate dalla società dei canottieri “Pietas Julia”. L’evento, che doveva essere una giornata piacevole da passare con la famiglia e gli amici, si trasformó nella piú imponente e sanguinosa strage dell’Italia del dopoguerra.
La strage di Vergarolla, come ricostruito con dovizia di documentazione dallo storico americano William Klinger, avvenne nei giorni in cui a Parigi erano in discussione le clausole del Trattato di Pace riguardanti il confine orientale italiano, e fu preceduta da una serie di attentati antioccidentali a Trieste, Gorizia e Caporetto, rendendo evidente – al netto delle difficoltà nel reperimento di documentazione secretata e distrutta – la riconducibilità della stessa al terrorismo jugoslavo – comunista che l’OZNA (la polizia politica jugoslava) utilizzò come strumento di pressione del regime di Tito contro la popolazione italiana desiderosa di ricongiungersi all’Italia.
Il Comitato 10 Febbraio di Novara ha ricordato le Vittime di questo evento deponendo simbolicamente un fiore presso la targa dedicata a Norma Cossetto sita nell’omonimo parco a Galliate ed avviando così una campagna informativa che porterà nel 2026 a ricordare ufficialmente l’ottantesimo della strage di Vergarolla.