LOMBARDIA Anche Opera aderisce alla protesta dei ristoratori che, anziché una serrata di protesta, sono per la prima volta alle prese con un’apertura forzata delle proprie attività in contrasto con i dpcm e le regole imposte dal Governo, in materia di Covid, che li vuole praticamente chiusi o aperti a singhiozzo ma solo per l’asporto ed in determinati orari.
“Dobbiamo tornare ad una normalità regolamentata – spiega Ettore Fusco – perché il lavoro non è un optional e non c’è ristoro che tenga quando si chiudono le attività che mantengono famiglie in cui la malattia non miete vittime, ma il fallimento si”.
Non ci sta più a rispettare le regole il Consigliere Metropolitano che ha appoggiato la protesta degli esercenti di bar e ristoranti del milanese che contestano le restrizioni estreme, comunicate peraltro sempre all’ultimo momento, poiché servono norme sensate da rispettare quotidianamente e non chiusure o limitazioni estemporanee che non aiutano nessuno. Così venerdì 15 gennaio apriranno le saracinesche all’insegna del #ioapro i ristoratori di tutta Italia stanchi dei tira e molla, di aperture, chiusure e asporto o consegna a domicilio con regole sempre differenti e orari sempre più limitati.
Non sarà un’apertura indiscriminata e senza regole ma, anzi, si osserveranno tutte le prescrizioni delle attuali normative in materia sanitaria e ci sarà un’ulteriore attenzione alla riduzione dei posti all’interno dei locali e la messa a disposizione di tutti i presidi igienico sanitari a tutela di clientela e lavoratori.
“Mascherina, distanziamento, amuchina, praticamente tutto come dovrebbe essere in un giorno normale – ci spiega Fusco, anche vicesindaco a Opera – perché se avessimo un Governo di persone competenti avremmo pure delle norme, logiche e quindi attuabili, valide tutti i giorni fino alla fine della pandemia che permetterebbero agli operatori commerciali di lavorare ed alla gente di vivere più serenamente questa fase che non possiamo più definire emergenza ma quotidianità”.
Quindi anche a Opera non apriranno senza regole, bar e ristoranti, ma semplicemente gli esercenti saranno a disposizione della propria clientela per trascorrere qualche minuto di normalità rispettando ciò che oramai deve diventare la pratica contingentata per la presenza del virus lasciando però agli imprenditori la possibilità di guadagnarsi da vivere e pagare le spese senza dovere ricorrere a improbabili ristori e consentire ai cittadini qualche minuto di svago con restrizioni più logiche e quindi accettabili.
“Non sottovalutiamo la malattia e non siamo certo negazionisti – conclude Fusco che il covid l’ha già sconfitto una volta – ma diamo un segnale di speranza agli operatori commerciali, un segnale di normalità alle comunità ed un segnale di richiesta di aiuto al Governo affinché si decida a regolamentare la vita di tutti ricordandosi che la nostra è una Repubblica fondata sul lavoro e che impedire alle persone di lavorare significa uccidere il senso civico ed il rispetto per uno Stato che oggi nessuno comprende quale direzione abbia preso poiché non si capisce il senso delle norme insensate che il Presidente Conte ci comunica nei suoi show televisivi, post telegiornale, dopo lunghe attesa da primadonna più che da premier”.
*Il Consigliere di Città metropolitana di Milano, Ettore Fusco (Capogruppo Lega)