Continua il rallentamento dell’inflazione in Italia, con una crescita dello 0,6% su base annua a dicembre, dopo il balzo dell’11,6% registrato nello stesso mese del 2022. In media nel 2023 i prezzi al consumo sono cresciuto del 5,7%, in frenata rispetto all’aumento dell’8,1% segnato nel 2022.Il quadro delineato dall’Istat indica inoltre che la cosiddetta inflazione ‘di fondo’ nel 2023 è aumentata del 5,1% rispetto al +3,8% del 2022. Su base annua rallentano anche i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona – il cosiddetto carrello della spesa – che registrano una crescita del 5,3% dopo quella del 5,4% rilevata a novembre. Frena anche la crescita dei prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +4,6% di novembre a +4,4%).
Il rallentamento dell’inflazione su base annua, spiega l’Istat, è dovuto prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici regolamentati (che accentuano la loro flessione da -34,9% a -41,7%), a quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,6% a +3,6%) e dei Beni alimentari lavorati (da +5,8% a +5,0%). Invece un sostegno alla dinamica dell’inflazione deriva dall’attenuarsi del calo dei prezzi degli Energetici non regolamentati (da -22,5% a -21,1%) e dall’accelerazione di quelli dei Beni alimentari non lavorati (da +5,6% a +7,0%). In controtendenza con il dato italiano nello stesso mese l’inflazione accelera al 2,9% nell’area dell’euro, in aumento rispetto al 2,4% di novembre. Per il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, si tratta di “un’ottima notizia per le famiglie italiane: l’inflazione in Italia è al minimo in Europa, pieno successo del ‘carrello tricolore’. Smentiti i profeti di sventura!”. Urso ha evidenziato inoltre che l’indice armonizzato dei prezzi al consumo in Italia è sceso “ancora ad appena lo 0,5%”, mentre in UE è cresciuta al 2,9%, con Francia al 4,1%, Germania al 3,8% e Spagna al 3,3%.
Di diverso avviso l’Unione nazionale consumatori, che in merito al trimestre anti-inflazione e al ‘carrello tricolore’ parla di “un flop, un fiasco gigantesco”. Secondo Massimiliano Dona, presidente dell’Unc, “lo certifica l’Istat: i prezzi dei Prodotti alimentari e bevande analcoliche ossia dei beni interessati dall’iniziativa del Governo, invece di scendere di prezzo anche a dicembre hanno continuato la loro corsa al rialzo, salendo dello 0,3% rispetto a novembre, dopo che erano già saliti dello 0,4% su ottobre. Insomma, alla faccia degli sconti annunciati! Una sceneggiata di cui avremmo fatto a meno!”. Per Confcommercio la decelerazione dei prezzi è “in linea con le attese”, mentre secondo Confesercenti si tratta di “segnali ancora positivi” anche se “le prospettive per il nuovo anno in corso restano ancora incerte: aumentano potere d’acquisto e risparmi, una sorta di energia potenziale inespressa di cui però non ne beneficiano i consumi, che restano il vero malato dell’economia domestica”.