Francesco Maria Bienati è morto: il ricordo di un piccolo-grande uomo!

Era nato a Malvaglio e ci teneva a sottolinearlo in tutte le occasioni, al punto che nel sito da lui fondato ‘corrierealtomilanerse.com’ gli aveva assegnato uno ‘status’ che non aveva, quello di ‘Comune’

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Qui nei nostri paesi lo conoscevano tutti. Per tanti motivi. Innanzitutto la sua generosità, la sua spontaneità, la sua famigliarità. Era nato a Malvaglio e ci teneva a sottolinearlo in tutte le occasioni, al punto che nel sito da lui fondato ‘corrierealtomilanerse.com’ gli aveva assegnato uno ‘status’ che non aveva, quello di ‘Comune’. Aveva fatto di tutto nella vita: lavorato nelle cave, impiantato un’azienda di trasporti internazionale, il fotoreporter…. A chi scrive – che gli ha vissuto accanto per una ventina di anni – ‘al Bias’ non era mai riuscito a dare del tu.
Chi fosse Francesco Maria Bienati abbiamo cercato di delinearlo nel settembre 2016, nella intervista che segue:
Chi è Francesco Maria Bienati, innanzitutto… uno che fino qui ha vissuto e, a suo modo, vuole continuare a vivere. Come ho fatto finora, seguendo quello che la vita offre tentando di carpirne l’attimo. Lo stesso attimo che mi ha portato a intraprendere la strada del giornalismo: nel 1993, seduto su un muretto nei pressi dell’ospedale di Mostar, con la colonna sonora dei colpi di mitragliatrice, accorgendomi che c’era bisogno d’informare per sensibilizzare cercai di farlo. Cosi, da appassionato fotoamatore divento Giornalista (mi piace definirmi Fotoreporter). La mia sensibilità mi porta a proseguire l’esperienza bosniaca in altri paesi in guerra: Albania, Israele, Sudan. Altri reportage li realizzo in Togo, Egitto, Tunisia, Benin. In questi anni collaboro alla fondazione di due Onlus, l’Associazione Un Sorriso per il Sudan e Il Coordinamento Pro Missioni di Magenta. Dopodiché mi butto nell’imprenditoria, fondo una ditta di Autotrasporti internazionali che mi permette di girare per la vecchia e nuova Europa. Continuando a documentare in maniera personale le cose e le storie che vedo. Sono cofondatore dell’Associazione Amici di Mons. Macram, Vescovo Sudanese operante nella sua terra. Oggi continuo a seguire l’attimo: ho deciso di tornare a fare il giornalista, nel tentativo di dare voce a chi non ne ha.
Ciao Bias

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