BRUXELLES Nell’udienza odierna, sul caso di presunta corruzione dal Qatar, e’ stata confermata la custodia cautelare in carcere per Francesco Giorgi mentre e’ stato adottato il braccialetto elettronico per Niccolo’ Figa’-Talamanca. Lo rende noto la procura federale che non cita i nomi ma solo le iniziali degli imputati: F.G. e N.F.T.
L’ex eurodeputato Antonio Panzeri e lo stesso Giorgi resteranno ancora in carcere per almeno un mese. E’ quanto hanno deciso i giudici della camera di Consiglio del Tribunale di Bruxelles al termine della prima udienza sul Qatargate. Per il quarto fermato, Nicolò Figà-Talamanca è stato invece disposto il regime di sorveglianza elettronica che gli permette di uscire dal carcere. Lo riferisce il legale di Giorgi sentito dall’ANSA. Per quanto riguarda Eva Kaili la decisione è stata rinviata, su richiesta della stessa ex vicepresidente del Pe, al 22 dicembre prossimo. Tra un mese i quattro dovranno comparire di nuovo in tribunale.
IL COMMENTO DI FABIO RAMPELLI
“La versione Buzzi ‘i migranti rendono piu’ della droga’ ha dilagato anche in Unione europea perdendo quel cinismo del criminale incallito per assumere la ‘nobilta” della crescita sociale: ‘Le Ong servono a far girare i soldi’, dicono. Il che significa che questi europarlamentari di sinistra hanno sfruttato la disperazione dei popoli africani e medio-orientali come forma di creazione e appropriazione della ricchezza. Una nuova teoria economica: sono passati dall’esproprio proletario al business della solidarieta’ e della filantropia, mantenendosi sempre fedeli al Capitale, ma non certo quello del filosofo di Treviri”. E’ quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli, di Fratelli d’Italia. “Ho sempre sostenuto che la corruzione e’ un fatto individuale, ne’ di sinistra, ne’ di destra – continua il parlamentare in una nota -. Ma qui ci troviamo di fronte a qualcosa di diverso rispetto al ‘semplice’ arricchimento personale. C’e’ la costruzione di un sistema di solidarieta’ che, ben lungi dal voler risolvere i problemi umanitari, risolve i problemi economici di chi se ne occupa. Anche sulla questione immigrazione occorre sgranare bene gli occhi e riattivare indagini approfondite tenendo presente che la madre di tutte le battaglie deve essere la guerra ai trafficanti di uomini, per riconquistare il diritto a una immigrazione regolare accompagnata da interventi di sviluppo e crescita nel Terzo mondo, unico vero modello di solidarieta’ scevra da ogni sfruttamento. E oggi dobbiamo aggiungere un contrasto deciso anche ai complici della nuova tratta di schiavi, smascherando insieme all’Ue il giro d’affari costruito intorno a tutte le declinazioni della disperazione”.