(Tratto da www.pangeanews)
Se lโItalia รจ passata, alla fine del Novecento, dalla prima alla seconda Repubblica, lo deve anche a Francesco Cossiga. Il piรน giovane presidente della nostra storia, eletto plebiscitariamente nel 1985ย a soli cinquantasette anni, si trasformรฒ infatti nel 1990 nel โpicconatoreโโ, dedicandosi a demolire la stessa Costituzione che aveva giurato di servire. Tutta la vita politica di colui che, per il suo americanismo e la sua durezza, venne chiamato โKoSSigaโ รจ stata caratterizzata da polemiche e sospetti: le richieste diย impeachmentย (da presidente del Consiglio e della Repubblica), le dimissioni (da ministro degli Interni, presidente della Repubblica e senatore a vita), le coperture di scandali ed episodi oscuri (De Lorenzo, Moro, Ustica, la P2, Gladio).ย Cossiga ha dichiarato una volta: โCome a qualcuno piacciono i fiori, a me piacciono le spieโโ. Questa sua passione per i servizi segreti lโha sempre reso un candidato naturale per vari incarichi politici:ย da fiduciario presidenziale di Segni tenne i rapporti con il Sifar, da sottosegretario alla Difesa appose i famosi โomissisโ allโindagine sulle deviazioni dello stesso Sifar, da ministro degli Interni istituรฌ i corpi speciali dei Carabinieri (Gis) e della Polizia (Nocs), e da presidente della Repubblica prese le difese di Gladio. Da senatore a vita, infine, ha presentato varie proposte di legge per la riforma dei Servizi, raccolte in โAbecedarioโ (Rubbettino, 2002). ร su questi temi che siamo andati a intervistarlo a casa sua a Roma il 4 novembre 2002.
Come รจ arrivato a interessarsi ai Servizi di informazione?
Io mi sono sempre occupato di queste cose, ne ho sempre avuto la curiositร . E poi me lโha chiesto il mio partito, Moro in particolare. La Democrazia Cristiana, per motivi storico-ideologici, non ha mai avuto un grosso interesse per gliย arcana imperia: per il potere sรญ, ma per lโinformazione no, a causa della cultura cattolica, verso la quale io ho un atteggiamento di opposizione dialettica. In Italia non esiste un ambiente non militare che si occupi di questioni strategiche.
Non cโรจ niente di analogo alla Rand Corporation?
Poca roba. Esperti e studiosi di strategia, come Edward Luttwak in America, da noi non ci sono. Non si sa nemmeno, ad esempio, che la strategia appartiene alla logica.
In che senso, precisamente?
La strategia รจ lโarte del preordinare i mezzi ai fini, e del commisurare i fini ai mezzi: guai se uno si propone dei fini per cui non ha i mezzi, o usa mezzi sbagliati per i fini che si รจ proposto. La strategia รจ la scienza dei fini, come la tattica รจ quella dei mezzi. Da noi questo non cโรจ.
Cโรจ perรฒ in matematica, nella teoria dei giochi. Lei se nโรจ mai interessato?
Sรญ, ho cercato di avvicinarmi, perรฒ non avevo la base teorica: mentre nelle cose pratiche uno puรฒ arraffare, lรญ entriamo in un campo inaccessibile. Una delle cose che mi sono fatto spiegare dai militari, e che mi hanno affascinato, รจ la ricerca operativa. Mi ha colpito il fatto che, a volte, per rendere un sistema piรน gestibile bisogna renderlo meno complesso: ad esempio, in certe situazioni puรฒ essere meglio diminuire il numero dei posti di distribuzione del rancio, invece di aumentarlo.
La ricerca operativa รจ sorta proprio per risolvere problemi di distribuzione delle risorse.
Esatto. ร nata durante la Seconda Guerra Mondiale, e le prime applicazioni furono lโorganizzazione dei convogli sullโAtlantico e, tragicamente, dei bombardamenti. Perรฒ quello che si รจ sviluppato nel campo militare, in realtร riguarda tutto: un buon stratega militare รจ anche un buon stratega economico. Cosรญ come lโintelligence, che ha avuto come prima applicazione il campo militare, poi รจ diventata soprattutto politica, industriale e finanziaria.
A proposito, come mai รจ arrivato a scrivere un libro sullโintelligence?
Quandโero presidente della Repubblica, vollero tentare una riforma dei Servizi. Per dare solennitร alla cosa fecero una riunione del Consiglio Superiore di Difesa, e io mi accorsi che molti suoi eminenti membri non sapevano nulla di questi argomenti. Cosรญ un sabato e una domenica ho scritto il libro per loro: quasi un dizionario terminologico, perchรฉ capissero almeno le parole. Poi capitรฒ a pranzo da me lโex-capo della CIA, William Colby, e allora io gli chiesi il favore di leggere e correggere. Lui lo fece, e mi diede anche un voto: nove e mezzo.
Quando lโaveva conosciuto?
Quandโera il giovane agente sottocapo della Stazione di Roma, e teneva i contatti con i partiti democratici. Perchรฉ la CIA, come dโaltronde il KGB, รจ una cosa molto piรน complessa che solo unโagenzia di spionaggio: tantโรจ vero che da lรญ sono venuti uomini come Bush padre e Putin.
Nel suo libro lei distingue fra spionaggio e controspionaggio.
Lo spiegai una volta a Ken Follett. Per lo spionaggio occorre fantasia, coraggio fisico e un grosso senso di individualitร : una spia devโessere un solitario. Il controspionaggio invece รจ un gioco di โpuzzleโ: occorrono metodo e pazienza. Quando noi crediamo che uno che fa bene la spia faccia bene la controspia, prendiamo un abbaglio.
Dunque, separazione delle carriere.
Esatto. In Italia non esiste una cultura diย intelligence, che รจ diretta soprattutto a conoscere: lโutilizzazione dellโinformazione non รจ di sua competenza. Questa mentalitร da noi non cโรจ, perchรฉ sul piccolo schermo o sui giornali si finisce non con lโintelligence, ma con le operazioni di polizia. E cosรญ si confondono due cose completamente diverse.
Nel libro lei propone anche una dicotomia tra legalitร e legittimitร , che รจ analoga alla distinzione in matematica fra dimostrabilitร e veritร .
Sรญ: la legittimitร รจ ciรฒ che attiene alla natura degli interessi costitutivi dello Stato, mentre la legalitร riguarda soprattutto i fini. Non esiste servizio segreto che non sia illegale, ma lโillegalitร del servizio รจ giustificata dalla sua conformitร alla legittimitร . E siccome lโamministrazione della giustizia รจ dominata dalla legalitร , occorre che il rapporto traย intelligenceย e giustizia venga mediato dalla polizia. In altre parole, nessuna prova raccolta con i metodi diย unconventional operationsย puรฒ essere usata senza ottenere un riscontro convenzionale dalla polizia.
Mentre, perรฒ, la legalitร si puรฒ facilmente determinare in base alle leggi scritte, come si puรฒ valutare la legittimitร ?
ร una scelta politica. In fondo vi รจ unโunica forma di nascita dello stato, ed รจ la rivoluzione: cioรจ, la scelta e lโaffermazione di fatto di alcuni valori. La legittimitร deve avere come base lo stesso consenso che sorregge lo stato. ร quello che dicevano i romani:ย ex facto oritur ius.
Ma perchรฉ dovrebbe esserci unโunica legittimitร , in uno stato?
Infatti in Italia ne sono esistite due, e per questo cโerano la Gladio Bianca e la Gladio Rossa.
Cosa sarebbe, la Gladio Rossa?
Unโorganizzazione creata dal Partito Comunista Italiano, con lโaiuto del KGB, per salvare i capi comunisti in caso di colpo di stato o di invasione.
La Gladio Bianca perรฒ era ben altra cosa, no?
Anche lรญ ci si preoccupava anzitutto dellโesfiltrazione, alla quale si rivolgeva la maggior parte delle esercitazioni.
Con โesfiltrazioneโ intende โrapimentoโ?
No! Intendo la messa in salvo di personalitร politiche, perchรฉ era chiaro che i paesi del Patto di Varsavia avevano gli elenchi delle persone politicamente sensibili. E poi, naturalmente, cโera la creazione dei focolai per unโeventuale azione di resistenza armata, e soprattutto delle basi dโappoggio per le operazioni delle forze speciali.
Quando รจ stata creata Gladio?
Mi sembra nel 1954, con il nome ufficiale di โStay behindโ: io non sapevo nemmeno che si chiamasse Gladio. Agli inizi cโerano Regno Unito, Francia, Grecia, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia e Svizzera. Poi รจ entrata la Germania, prima di noi. LโItalia non la volevano, perchรฉ era il paese piรน spaccato: per lo stesso motivo, gli americani e gli inglesi ritenevano che fosse meglio lasciarla fuori della NATO. Credevano che saremmo stati un peso, e che avremmo avuto una guerra civile.
E come ci entrammo?
Fu la grande operazione di De Gasperi. Poi ci accettarono anche in โStay behindโ, e ci fu il grosso problema se occorresse ratificare questi atti. Alla fine furono fatti degli accordi tecnici tra i vari servizi di informazione.
I socialisti sapevano dellโesistenza di Gladio, quando erano al governo con Nenni?
Sรญ.
E i comunisti?
Loro hanno sempre negato.
Come mai si venne a sapere della sua esistenza?
Perchรฉ la rivelรฒ Andreotti.
Volevo dire, perchรฉ la rivelรฒ?
Perchรฉ lui a queste cose non crede. Lui crede che la storia abbia un solo facitore: Dio. E su questa terra, la Chiesa. Aveva molto piรน senso laico di statalitร Moro, anche se non si poteva considerarlo un cattolico liberale.
In che senso?
Bisogna distinguere tra democratico e liberale. Ad esempio, io ho sempre sostenuto che il regime dei Soviet fosse un regime democratico.
Nel 1917, o anche dopo?
Nel 1917 certamente, e con le storture anche dopo. Il regime democratico รจ il regime della maggioranza, nel senso tardomedievale del temine: non soloย major, maย melior pars. La dittatura del proletariato รจ cosa ben diversa dal governo dellโaristocrazia, perchรฉ รจ il governo della parte piรน cosciente. Che non ha come fine quello di fare i propri interessi, anche se poi magari li fa, ma di fare gli interessi della collettivitร : da cui la famosa tesi leninista, che la coscienza di classe non nasce dentro il proletariato, ma viene portata al proletariato da fuori, dal partito.
E lei pensa che la democrazia si possa coniugare con il comunismo?
La democrazia senzโaltro, come ha dimostrato lโUnione Sovietica. Il liberalismo meno.
Cosa intende per โliberalismoโ?
La grande concezione della libertร di Locke, che non puรฒ diventare nรฉ comunista nรฉ staliniana. Per essere comunisti bisogna derivare storicamente da Rousseau e dai giacobini, che costituiscono lโaltra grande concezione della libertร .
Ed รจ possibile coniugare la democrazia con i servizi segreti?
Di nuovo, la democrazia sรญ.
Piergiorgio Odifreddi
*Spiegazione. Piergiorgio Odifreddi รจ un uomo dalla simpatia dโaltri tempi. Insieme, a cena, qualche sera fa, abbiamo condiviso un dolce bizzarro โ stessa ciotola, due cucchiaini โ parlando di poesia e letteratura (ci accomuna โ gioco facile โ lโamore per Borges e Pound), della teoria della traduzione secondo Vladimir Nabokov, della sua versione di Lucrezio. Di Odifreddi mi affascina che ha inseguito, da sempre, le โgrandi mentiโ: ha intervistato scrittori โ Josรฉ Saramago, J.M. Coetzee, ad esempio โ, scienziati, teologi. Tra le interviste piรน brillanti, quelle ai due politici emblematici della storia italiana: Giulio Andreotti eย Francesco Cossiga. La seconda intervista, in particolare, mi รจ parsa piena di intelligenza. Chi lโha pubblicata?, gli faccio. Nessuno, replica lui. Allora la pubblico io!ย Lโintervista รจ molto lunga,ย nel sito del โmatematico impertinenteโย potete leggerla per esteso, stamparla, sottolinearla: qui ne estrapolo la prima parte. (d.b.)