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Fontana assassino, il delirio falce e martello dei Carc: ‘E’ la verità’

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MILANO – “La gestione dell’emergenza Covid-19 di Fontana e della giunta leghista della Regione Lombardia è stata criminale: ha portato a morti evitabili, ha alimentato il contagio evitando le misure necessarie a contenerlo (tamponi per tutti, distribuzione di mascherine gratuita annunciata poi non fatta), ha mandato a morire i nostri anziani nelle Rsa. Fontana e il suo partito hanno sulla coscienza 15mila morti in Lombardia”. La replica del Partito dei Carc per il governo di Blocco popolare non si fa attendere dopo le polemiche per la frase ‘Fontana assassino’ che “abbiamo scritto” lungo il naviglio Martesana “a caratteri belli grossi in modo che fosse ben visibile e non ci potessero essere fraintendimenti. Dire la verità è un atto rivoluzionario”.

      Un messaggio che ha sollevato una solidarietà trasversale da parte della politica. “Il sindaco Sala trova intollerabile additare Fontana come assassino, ma (…) non trova intollerabili le multe ai ristoratori che protestavano, nel rispetto delle norme anti-contagio, all’Arco della Pace. Quello che è intollerabile, sindaco, è che Milano il 15 maggio si è svegliata allagata a seguito di un nubifragio che ha fatto esondare i tre fiumi della città e la sua priorità dovrebbero essere le condizioni del Policlinico, dei lavoratori e dei pazienti del reparto di terapia intensiva allagato ed evacuato, non una scritta – vecchia, oltretutto, di una settimana!”, si legge nel lungo comunicato della federazione lombarda, sezione di Milano- Nord Est.
      Se la consigliera regionale della Lega, Silvia Scurati, “trova la nostra scritta un messaggio violento, in Lombardia le uniche violenze le ha perpetrate il suo partito ai danni degli anziani delle Rsa e dei lavoratori della sanità mandati a lavorare senza protezioni. Non abbiamo sentito da nessuno di questi signori parole di solidarietà per gli anziani morti nelle Rsa e per le loro famiglie, non li abbiamo sentiti prendere le parti dei lavoratori che sono stati licenziati al Don Gnocchi o stanno subendo provvedimenti disciplinari per aver denunciato cosa avveniva dentro le residenze per anziani”, prosegue il messaggio sul sito.

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