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Festa Unità, i ‘giovani turchi’ del Magentino ormai egemoni. Il rammarico per la scelta di Invernizzi

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Il ‘Dietro le quinte’ della kermesse conclusasi sabato

MAGENTA CORBETTA – Sorrisi, fatica, allegria.  Impegno, condivisione.  Comunità. Tutto questo è la nostra Festa de l’Unità.

E’ finita così la Festa de L’Unità del Magentino, che ha unito i circoli del Pd di Magenta e Corbetta.

E’ finita dopo  3 giorni di tempo tutto sommato clemente, col seguito dibattito sullo Ius Soli tra Sumaya Qader e Stefania Bonfiglio della Lega (“Stimolante serata di confronto con Stefania Bonfiglio capogruppo della Lega Nord nel consiglio comunale di Magenta”, ha scritto sulla propria pagina Facebook il consigliere del Pd di Milano, che professa la fede islamica), la serata di venerdì dedicata alla taranta, quella di sabato alla musica di Fabrizio De Andrè e l’immancabile ballo liscio di domenica.

Ma quello che si è visto, nell’ultimo week end tra settembre e ottobre alla tensostruttura di Magenta, è soprattutto l’evoluzione del principale partito della sinistra nell’est Ticino, ormai divenuto forza di opposizione da Magenta ad Abbiategrasso, da Corbetta a Legnano. 4 Comuni che il Pd governava fino a ieri (o all’altro ieri).

Momento di passaggio, insomma, nel quale si legge in filigrana (ma neppure tanto..) anche un passaggio di tipo generazionale, cosa del resto inevitabile e che da un certo punto di vista è in linea col renzismo e l’evoluzione impressa al Pd da Matteo Renzi e accelerata dalla scissione di D’Alema, Bersani e Speranza.

I leader del Pd magentino, ormai, sono nati tutti dopo il 1980 e tutti rigorosamente under 40.

I nomi li conoscono tutti (o quasi): Paolo Razzano, Enzo Salvaggio, Eleonora Preti, Marzia Bastianello, Luca Rondena, Lara Cuzzocrea. Lo stesso accade a Corbetta, il cui circolo ha contribuito all’organizzazione: Giancarlo Castiglioni, Arianna Vutera  e soprattutto l’emergente Eleonora Bonfiglio (sotto in foto), poco più di 20 anni, sono le anime di un Pd che peraltro ha candidato un poco più che quarantenne (Fulvio Rondena) nel 2016.

Certo, il contributo dell’esperienza rimane. Mostri sacri come Francesco Prina non si toccano, come anche i vari Flavio Cislaghi, Elisabetta Mengoni, Mimmo Scarfò e molti altri.

Chi non c’era (e ha fatto rumore, per dirla alla Nanni Moretti) è stato Marco Invernizzi. Il divorzio tra l’ex sindaco (iscritto peraltro al Pd per anni) e i Dem ha fatto scalpore e lasciato amarezza tra le panche e i tavoli della tenso, dove qualche big attuale si è lasciato scappare l’amarezza per una separazione avvenuta via Sms.

Tant’è. Il Pd è costretto gioco forza a guardare al futuro prossimo, ossia la primavera 2018, quando l’Est Ticino potrà eleggere almeno 1 consigliere regionale ed 1 deputato (o forse 2, a seconda di quale sarà la legge elettorale).

E a quel punto, il peso dei ‘Giovani Turchi’ del Magentino peserà. E non poco.

F.P.

 

 

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