La chiusura nel bel mezzo dell’estate della Centro gestito dalla Coop ‘La Padeia’, lo scontro tra i gestori e Villa Castiglioni, la guerra a colpi di querele presentate ed altre annunciate tra il Parco e Stefano Settimo del CSA (Coordinamento Sindacale Alto Milanese)
MAGENTA – E’ destinato a finire in Tribunale (e non è la prima volta) il contenzioso che vede di fronte il CSA (Coordinamento Sindacale Alto Milanese) con il suo Segretario Stefano Settimo e il Parco Lombardo della Valle del Ticino. “Pomo della discordia” le visioni – assai discordanti e lontane tra loro – rispetto alla ‘patata bollente’ del Centro Parco ‘La Fagiana’ aperto nei mesi scorsi e poi chiuso nel bel mezzo dell’estate.
Ma andiamo con ordine per ripercorrere i fatti di una vicenda, obiettivamente intricata, che s’arricchisce di un altro, non trascurabile, particolare: il procedimento disciplinare aperto da Villa Castiglioni nei confronti delle due guardia parco che hanno posto in essere gli accertamenti rispetto all’attività svolta dalla Cooperativa Padeia. E veniamo così al primo di agosto scorso. Quando, il Parco replica a Graziano Mirante, coordinatore e socio della Coop Padeia, il quale in buona sostanza aveva accusato il Consorzio del ‘Fiume Azzurro’ retto da Gianpietro Beltrami di avergli arrecato un danno grave con la chiusura della struttura. In realtà il Parco dice l’esatto contrario: “Nel contratto è espressamente previsto che tutte le autorizzazioni necessarie fossero a carico della Cooperativa”.
La Padeia, nel frattempo, si era vista sospendere dal Comune di Magenta l’attività. Ma perché? Il Parco sempre in una nota dei primi di agosto lo fa capire chiaramente: “Qualche giorno fa è emerso che l’attività di somministrazione di alimenti e bevande è stata svolta su un’area maggiore rispetto a quella concordata, ed in luoghi non rientranti nell’area del Centro Parco, ma in aree che dovrebbero essere destinate ad attività diverse e coerenti con la funzione del Centro Parco…”.
Ma c’è di più. Il Parco, infatti, nell’accordo chiedeva ai gestori che venissero utilizzati prodotti a Marchio Parco al fine di una loro valorizzazione, ma chiedeva anche un fattivo impegno nella diffusione delle iniziative, oltre che nella distribuzione del materiale promozionale. Diversamente, l’attività della Padeia – per dirla con alcuni gestori di agriturismi della zona – “pareva fosse in tutto e per tutto equivalente a quella di un qualsiasi ristoratore con la ‘piccola differenza’ di trovarsi all’interno di una riserva naturalistica di grande pregio”.
Tutto chiarito? Neanche per sogno. Perché, Settimo segretario del CSA prende carta e penna, proprio in questi giorni, per vergare un durissimo atto d’accusa di cui abbiamo già scritto, nei confronti del Parco.
Settimo, in soldoni, accusa Villa Castiglioni di utilizzare le due guardia parco come ‘parafulmine’ rispetto alla gestione di una vicenda oggettivamente spinosa.
“Solo a tre mesi di distanza – incalza il Segretario del CSA – l’Ufficio procedimenti disciplinari del Parco contesta ai due guardi aparco di aver agito senza l’autorizzazione del proprio responsabile e con una interpretazione giuridica delle normative disciplinanti la somministrazione di alimenti non conforme alle leggi”.
In realtà il Parco replica a Settimo accusandolo di aver preso il classico “granchio”, poiché tra i rilievi mossi alla Padeia e il procedimento disciplinare emesso nei confronti dei due ispettori non sussiste alcun nesso di causalità, si tratta di vicende totalmente slegate tra loro.
E lo spiega chiaramente il Presidente Beltrami: “Sono due questioni distinte, le contestazioni, infatti, sono legate al mancato rispetto del regolamento del personale dell’ente e non alle contestazioni sollevate ai gestori della Fagiana e che hanno poi portato, per quanto ci risulta correttamente, a redigere il verbale”.
Ciò detto, in questa ingarbugliata querelle che sta e darà molto lavoro ai rispettivi legali, l’unico dato certo è che dal 30 giugno scorso, una struttura turistica che avrebbe dovuto essere il biglietto da visita per le migliaia di visitatori che entrano nel Parco del Ticino, ‘scrigno della biodiversità’ è malinconicamente chiusa.
Fabrizio Valenti
LE TAPPE DELLE VICENDE
*I FONDI:
Il Centro Parco della Riserva naturale orientata ‘La Fagiana’ è stato completamente ristrutturato grazie ai fondi arrivati da Regione Lombardia e Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (2007/2013) per il progetto ‘L’acqua, la foresta e la fauna. Scrigno di biodiversità’.
*LA CHIUSURA:
Il 30 giugno i gestori della Coop Padeia espongono un cartello per informare che il Centro Parco sarebbe rimasto chiuso fino al 4 settembre. Nel mezzo i primi sopralluoghi svolti dai due guardia parco, svolti rispettivamente il 1° maggio e il 7 giugno scorsi. Da qui il procedimento di verifica dei presupposti di fatto e di diritto per l’esercizio delle attività che ha poi dato esito negativo.