Faccia da senza biglietto e quello che non si può dire. A cura di Max Moletti

"La quota coperta dai viaggiatori che pagano rappresenta solo il 30% del costo complessivo del trasporto locale. Se quella percentuale scende ancora, non resteranno che due soluzioni: aumentare le tariffe per chi paga o tagliare le corse".

Faccia da no ponte! A cura di Max Moletti

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO - "Egregio Direttore, questa festa dei Santi — o Halloween, come ormai si dice — cade di sabato. Niente ponte. Nessun...

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – “Egregio Direttore, ieri ho preso il treno da Saronno in direzione Novara. La mia stazione di discesa era Galliate: un viaggio di poco più di mezz’ora, non troppo lungo, ma sufficiente per osservare una realtà che, a mio avviso, molti dovrebbero vedere.

Durante questo breve tragitto, mi sono chiesto quanti passeggeri avessero il biglietto regolare.
Purtroppo, ho avuto l’impressione che fossero pochi.
Molti, forse troppi, erano completamente sprovvisti di titolo di viaggio, come se il trasporto pubblico su ferro fosse un servizio gratuito.

Un controllore, muovendosi appena, ha trovato una dozzina di viaggiatori senza biglietto — segno che il fenomeno è tutt’altro che marginale.

I trasporti lombardi sono in generale di buon livello, sia per materiale rotabile che per puntualità.
Certo, alcune tratte e fasce orarie potrebbero essere migliorate, ma il problema più grave è un altro: la mancanza di senso civico di chi usufruisce del servizio senza contribuire al suo mantenimento.

Ogni passeggero che viaggia senza pagare provoca un danno doppio: economico e morale. Economico, perché riduce le entrate e mette a rischio la sostenibilità del servizio. Morale, perché trasmette l’idea che “tanto non paga nessuno”. Le conseguenze? Aumenti delle tariffe per chi è onesto o riduzione delle corse. E alla fine a rimetterci siamo tutti.

La cosa più disarmante è la totale assenza di volontà di mettersi in regola: c’è chi chiede di scendere, chi pretende uno sconto, chi viaggia persino con la bicicletta senza biglietto, occupando le uscite.
Non voglio entrare nel merito della provenienza delle persone: un abusivo è abusivo, punto.
Tuttavia, ho notato che con cittadini italiani la legge sembra essere applicata con maggiore fermezza.

Ricordo che anni fa, in una situazione simile, nessuno intervenne in mia difesa.
Oggi, invece, assisto talvolta a improvvisi “paladini dei diritti” pronti a giustificare comportamenti sbagliati in nome di un presunto principio di solidarietà.
Ma la vera solidarietà si costruisce rispettando le regole e pagando il biglietto, perché il servizio pubblico non è gratuito.

Basti pensare che la quota coperta dai viaggiatori rappresenta solo circa il 30% del costo complessivo del trasporto locale. Se quella percentuale scende ancora, non resteranno che due soluzioni: aumentare le tariffe per chi paga o tagliare le corse. E questo non è giusto.

Il mio messaggio è semplice: se si guadagna, si paga il biglietto;
se non si guadagna abbastanza, siano i sindacati e le istituzioni a battersi per salari dignitosi e per politiche sociali adeguate. Ma viaggiare senza pagare non può e non deve essere una soluzione.

Buon viaggio – e buon biglietto – a tutti“.

Massimo Moletti

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