RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – “Egregio Direttore, ho visto con assai delusione la fiction un tempo si sarebbe detto sceneggiato, sul grande Mike Bongiorno.
Un mito o un pezzo di storia; per molti era uno di famiglia ma non si può raccontare un uomo in un solo contesto. Mike avrebbe 100 anni come la radio da lui fatta egregiamente.
Perché il mestiere lo sapeva e capiva l’evolversi della società e dei costumi
Nessun uomo come lui aveva nella mente di andare incontro alla gente e ai loro desideri, sogni e ambizioni: no forse un altro uomo c’era ma non se ne può parlare !
Con questa fiction non si fa conoscere un pezzo importante della nostra vita ai nostri giovani. Collocarlo in un solo periodo storico e in una sola bandiera non può aiutare a capire il valore della persona.
Perché lui ha vissuto tutti i suoi 85 anni infatti stava preparando lo sbarco del suo programma su Sky; padre della TV pubblica e privata.
Una produzione statalista quasi da nostalgica del sistema televisivo da “ex Jugoslavia” Ma allora c’era almeno Telecapodistria….
Non un minimo accenno alla sua grande avventura e grandi successi sulle reti private
Non vorrei che sia una scelta che va al di là della sceneggiatura perché in quel caso doveva entrare pure il Cavaliere nero…
Il Mike era padre della TV perché era stato pioniere della TV pubblica e aveva lanciato la TV privata. Era il punto di unione tra i nostri nonni, padri e noi giovani
I suoi programmi del mezzo giorno e serali.
I quiz tematici di alto livello; ora la TV propone quiz generalisti e qualunquisti
Era criticato dalla stampa in e impegnata; a criticare e non a fare.
Ma le sue selezioni per passare ai programmi erano durissime. Io ho partecipato a diversi dei suoi casting; non passando nemmeno in uno. Sempre bocciato. Pazienza.
Ma la soddisfazione più grande era vederlo dal vivo lavorare.
Un vero master e stage di comunicazione. Le gaffe improvvisate o studiate erano il marchio di fabbrica.
Ma Bongiorno divenne di famiglia sulle reti private e stava lavorando prima della morte allo sbarco sulle reti che chiudevano il duopolio TV!
Un uomo che la Rai lasciò scappare perché non credeva nella vittoria del privato
Il pubblico decide; Mike riempiva lo schermo e le poltrone in casa.
Perché le famiglie a pranzo e cena erano insieme per risolvere i quesiti insieme a lui
Era come il professore un po’ asettico e magari non simpatico perché era serio e sincero ; non finto umile. La TV è un lavoro e lui aveva dato dignità a una categoria.
Aveva insegnato a tutti il mestiere ed è morto facendo il suo mestiere preferito; l’innovatore. Questa mielosa fiction è stata un ritratto incompleto e forse alla Dorian Gray dove viene capsulato in un corpo e periodo.
Il successo è per la curiosità del personaggio per tutti noi ormai “anta” ma non ha dato onore al personaggio. Perché non ha dato spunto alle nuove generazioni per conoscerlo. Mike parlava ai giovani e capiva i giovani e i nuovi ruoli.
Non chiedere mai chi era Mike Bongiorno. Non spiegare mai chi era Allegria.
Ma parla solo di un uomo che ha insegnato; a credere nel sogno delle sfide
Lui molto spesso ha vinto perché il ricordo è nel cuore del privato cittadino anche se nella fiction si fa vedere solo la testa del pensiero pubblico unico”.