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Dall'archivio:

Faccia da giornalista: Gianni Mina ricordato dal Duca di Saronno

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Può un giornalista vivere in eterno ? Può un narratore della nostra vita essere sempre con noi ? Il passo dalla carta alla radio per finire alla tv può aprire le porte alla notorietà o fama? Gianni Mina’ era tutto ok in una sola risposta: semplicemente un giornalista.
In un paese di eterni opinionisti onniscienti, Lui era il narratore perché non dava giudizi o sentenze ma solo interviste.
Un uomo che nel fare e dare parola insegnava qualcosa perché non aveva filtri nè preconcetti.
Oggi un giornalista può vivere in per sempre o può solo avere la fame in video?
La carta stampata non aveva forma ma solo firma ma si leggeva il racconto senza nessuna interpretazione.
La radio dava voce e la tv pure il corpo e il viso.
Parla più il corpo della voce perché scrive movenze meglio della penna
Gianni non faceva trasportare nulla sul suo pensiero ma era semplicemente un curioso che voleva capire
I personaggi sportivi e musicali ma pure politici, ma sempre con la nobile arte del uomo che prima vuole conoscere lui poi ti regala la sua scoperta.
Trasmissioni e collaborazioni con tutte le testate tv e giornali
Non cambiava in base al mezzo o invitato.
Lui restava sempre “Gianni” …un giornalista poi scrittore ma sempre per divulgare e informare.
In un tempo dove le trasmissioni sono il falò delle vanità e i promo in osanna al conduttore.
Lui era un cultore del servizio al pubblico poi su carta o in onda non era differenziata la sua classe.
Lui voleva solo fare capire e non insegnare o inculcare.
In una TV dove è un ring di lotte e grida, la sua voce era flebile e gentile nel voler entrare nella notizia ma mai a gamba tesa.
Anzi, allungava la mano per arrivare lontano col pensiero… oggi molti aggrediscono l intervistato e fanno lotte …
Lui era semplicemente un giornalista senza esibizione nè convinzione di avere la scienza in mano.
La sapienza voleva divulgarla per crescere col suo pubblico.
Tra 10 anni sarà ricordato? Il suo mestiere dovrebbe però essere tramandato e insegnato.
Quando muore un giornalista vero muore una parte di noi e dei nostri momenti di vita.
Per questo motivo che il suo racconto sarà sempre messo in un angolo tenuto da conto per tutti noi lettori e telespettatori

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