Con la chiusura delle porte della Cappella Sistina e l’invocazione dello Spirito Santo, si aprirà oggi ufficialmente il Conclave: i 133 cardinali elettori della Chiesa Cattolica si riuniscono per eleggere il successore di Papa Francesco, morto il 21 aprile scorso all’età di 88 anni.
Il Conclave è la procedura codificata attraverso la quale viene eletto il nuovo Pontefice. Il termine deriva dal latino cum clave, “con chiave”: i cardinali sono infatti fisicamente isolati dal mondo esterno all’interno della Città del Vaticano, senza possibilità di comunicazione con l’esterno, finché non si giunge all’elezione del Papa.
La regolamentazione moderna del Conclave è contenuta nella Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, promulgata da Giovanni Paolo II nel 1996 e aggiornata da Benedetto XVI e Papa Francesco.
Al conclave partecipano solo i cardinali elettori, ossia quelli che non hanno ancora compiuto 80 anni. Gli elettori sono attualmente 133, provenienti da 71 nazioni. L’elezione avviene a scrutinio segreto, con votazione scritta.
Per essere eletto Papa, un candidato deve ottenere la maggioranza qualificata dei due terzi: in questo caso, almeno 89 voti. Ogni giorno si tengono quattro votazioni: due al mattino e due al pomeriggio. Dopo ogni scrutinio, le schede vengono bruciate: il fumo nero (dal braciere della Sistina) indica che nessun Papa è stato eletto; il fumo bianco annuncia l’elezione del nuovo Pontefice.
Conclavi recenti: tempi e contesto
Negli ultimi decenni, i conclavi sono stati relativamente brevi:
Conclave 2013 (elezione di Papa Francesco): 2 giorni, 5 scrutini.
Conclave 2005 (elezione di Benedetto XVI): 2 giorni, 4 scrutini.
Conclave ottobre 1978 (elezione di Giovanni Paolo II): 3 giorni, 8 scrutini.
Per confronto, il Conclave del 1268 durò quasi tre anni.
I 15 papabili: chi potrebbe essere il prossimo Papa?
Gli osservatori dividono gli elettori in tre aree di orientamento: conservatori (più legati alla dottrina tradizionale), moderati (figure di sintesi), e progressisti (vicini alla linea di riforma di Papa Francesco).
■ Conservatori
Péter Erdő (Ungheria) – Arcivescovo di Esztergom-Budapest, giurista, favorevole a una Chiesa compatta e dottrinalmente forte.
Willem Eijk (Paesi Bassi) – Medico e teologo morale, difende con rigore le posizioni classiche su bioetica e liturgia.
Robert Sarah (Guinea) – Prefetto emerito del Culto Divino, voce forte del tradizionalismo africano.
Raymond Burke (USA) – Figura simbolo del dissenso interno sotto Francesco; difficilmente eleggibile, ma influente.
Fridolin Ambongo Besungu (RD Congo) – Forte su temi sociali, ma teologicamente conservatore.
■ Moderati
Matteo Zuppi (Italia) – Presidente della CEI, vicino alla Comunità di Sant’Egidio, stimato per mediazione e profilo pastorale.
Pietro Parolin (Italia) – Segretario di Stato, diplomatico di lungo corso, ma criticato per alcune ambiguità.
Anders Arborelius (Svezia) – Primo cardinale svedese, figura sobria, equilibrata, di alto profilo spirituale.
Jean-Marc Aveline (Francia) – Arcivescovo di Marsiglia, molto attivo sul fronte del dialogo con l’Islam.
Pierbattista Pizzaballa (Italia) – Patriarca latino di Gerusalemme, con grande esperienza ecumenica e interreligiosa.
■ Progressisti
Luis Antonio Tagle (Filippine) – Ex arcivescovo di Manila, oggi a Roma. Molto popolare, ma laicizzato dalla Curia.
Mario Grech (Malta) – Segretario del Sinodo dei Vescovi, sostenitore della sinodalità e del “camminare insieme”.
José Tolentino de Mendonça (Portogallo) – Prefetto della Cultura, poeta e teologo dal profilo intellettuale raffinato.
Charles Maung Bo (Myanmar) – Voce della pace e della libertà in Asia, attento ai diritti umani.
Michael Czerny (Canada) – Gesuita, fortemente impegnato nei temi dell’ecologia integrale e delle migrazioni.
Attesa per il nuovo Pontefice
Quando uno dei candidati accetterà l’elezione, il Cardinale Protodiacono, Dominique Mamberti, annuncerà al mondo dalla loggia di San Pietro:
“Habemus Papam”, seguito dal nome scelto e dalla prima benedizione Urbi et Orbi del nuovo Pontefice.
Fino ad allora, occhi puntati sulla Sistina e sul comignolo: il mondo cattolico – e non solo – attende la fumata bianca.
Daniel Dibisceglie