BRUXELLES ABBIATEGRASSO “Se avessi fatto nomi importanti sarei tornata da mia figlia, ma avrei dovuto mentire”. A parlare in un’intervista esclusiva rilasciata al Corriere della Sera (prima che il giudice Michel Claise le vietasse di rilasciare dichiarazioni alla stampa) è Eva Kaili.
La politica greca è stata arrestata in Belgio sei mesi fa perché accusata di far parte di un ipotetico sistema di corruzione al parlamento europeo legato a Qatar e Marocco che faceva capo ad Antonio Panzeri, tornata libera da pochi giorni. L’arresto avvenne perché durante la retata del 9 dicembre chiese al padre di portare via da casa una valigia con dentro 700 mila euro in contanti che, per i magistrati, erano i soldi incassati con il marito Francesco Giorgi. La coppia sin da subito si è difesa dichiarando che quei soldi erano dell’ex parlamentare europeo Antonio Panzeri. Una circostanza che Kaili spiega così: “Quando Francesco è stato arrestato e gli hanno sequestrato l’auto, ho pensato ad un incidente stradale. Poi mi hanno mandato la notizia che anche Panzeri era stato arrestato. Sono andata in panico. Sapevo che nel suo ufficio che è nella stanza di sopra , dove non vado mai, c’era una valigia di Panzeri e ho trovato un sacco di soldi. Non riuscivo a capire cosa fosse successo, ma volevo allontanare da casa quel denaro per ridarlo a Panzeri, colui che credevo ne fosse il proprietario”. Kaili dice di sapere “che Panzeri riceveva donazioni” ma “le commissioni parlamentari di cui faccio parte e il mio lavoro legislativo non hanno alcuna relazione con le sue attività”. Quanto ai rapporti tra Panzeri e Giorgi, “Panzeri è stato il datore di lavoro di Francesco e lo ha assunto quando era solo uno studente di venti anni” e “Francesco aveva un senso di gratitudine e di obbligo morale molto profondo nei suoi confronti”.