Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.
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MILANO – Quasi sette italiani su dieci (69%) nell’estate 2019 hanno consumato cibo di strada. Una scelta che concilia la praticita’ con il costo contenuto e che quest’anno ha privilegiato le ricette della tradizione locale (74%) ai cibi etnici (10%). E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’ su un fenomeno favorito dal moltiplicarsi di sagre, feste ed iniziative di valorizzazione alimentare nei luoghi di vacanza. Tre su 4 preferiscono l’italian food, mentre il 16% cede al fascino del global (ad esempio, gli hot dog) e accusa un calo il kebab.
Alla crescita del fenomeno pero’ si accompagna – denuncia Coldiretti – un preoccupante perdita del radicamento territoriale e un impoverimento della varieta’ dell’offerta, ma anche il rischio di uno scadimento qualitativo con preoccupanti riflessi sul piano sanitario. Si assiste, in particolare, ad un progressiva tendenza alla vendita nei centri storici di alimenti lontani dalle tradizioni gastronomiche locali, con un appiattimento e una omologazione verso il basso che distrugge le distintivita’. Il risultato e’ che i turisti trovano da Palermo a Milano gli stessi cibi di New York, Londra o Parigi a scapito – continua la Coldiretti – dei cibi piu’ rappresentativi dell’identita’ alimentare nazionale Dal kebab al sushi, dalla frutta esotica a quella fuori stagione, ma anche le caldarroste congelate durante tutto l’anno si trovano ovunque mentre – precisa la Coldiretti – per il baccala’ fritto da passeggio a Roma, l’intruglio della Versilia o il panino e milza a Palermo i turisti sono costretti a cercare su internet o nelle guide.
A sostenere il percorso di qualificazione dell’offerta alimentare in questo settore ci sono gli oltre mille mercati degli agricoltori che – sottolinea la Coldiretti – si sono diffusi in molte grandi e piccole citta’ grazie alla Fondazione Campagna Amica che ha realizzato la piu’ vasta rete di vendita diretta a livello mondiale. Una realta’ in grado di soddisfare anche le recenti tendenze salutistiche con l’offerta di frutta presentata in tutte le diverse forme, dai centrifugati ai frullati, dagli smoothies ai pezzettoni, insieme alla classica fetta d’anguria. In questi mercati si trovano prodotti locali del territorio, messi in vendita direttamente dall’agricoltore nel rispetto di precise regole comportamentali e di un codice etico ambientale, sotto la verifica di un sistema di controllo di un ente terzo.
La passione per il cibo di strada ha favorito la crescita del comparto con 2.915 tra sedi di impresa, sedi secondarie e unita’ locali attive, in aumento del 48% fra il 2014 e il 2019 secondo i dati della camere di commercio. I dati indicano – conclude la Coldiretti – che piu’ un’attivita’ su quattro e’ un’impresa femminile (28%) e una su cinque di giovani (21%).
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