Essere volontari in una Rsa vuol dire essere a stretto contatto, quotidianamente, con gli ospiti. Ascoltare le loro preoccupazioni, le loro gioie, le loro inevitabili paure.
Siamo andati a conoscere le volontarie della Rsa don Felice Cozzi di Corbetta. Sono una trentina e si alternano nelle più svariate attività. Loro sono Franca, Elda, Angela, Rosangela e molte altre. C’è chi si occupa dei laboratori, chi fa parte del gruppo religioso. Venerdì alle 10.30 c’è la recita del santo rosario ed è in momento molto sentito dagli ospiti. “Noi li accompagniamo nella cappelletta – spiega Elda Rondena, che svolge l’attività di coordinatrice – Una volta al mese c’è la messa e nella settimana di Pasqua ci sarà la via crucis. Per il rosario siamo partiti con il covid, quando dalla biblioteca veniva recitato in diretta”. Le volontarie si occupano poi della tombolata, delle attività musicali e dei vari spettacoli.
“Il progetto ‘L’appetito vien leggendo’ ha riscosso grande successo – aggiunge Elda – Piace perché ci sono i racconti del territorio. Lo facciamo i primi due martedì del mese”. Alla recita del rosario abbiamo incontrato e parlato con alcuni ospiti. C’è chi ricorda i luoghi della sua vita, a Cerello, a Castellazzo. Chi preferisce parlare di quello che fa alla Rsa. Chi dirige la recita del rosario, chi si occupa del riordino della biancheria. A tutti piace essere alla Rsa perché non si è soli. E poi c’è tanto da fare. “E’ una Rsa a stretta conduzione familiare – continua Elda – ed è un bene che sia così”. Elda da anni svolge attività di volontariato anche con Aicit, sono ormai una ventina. Ma lo fa anche in Croce Azzurra.
“Lo devi fare con il cuore, altrimenti non riuscirai a trasmettere quello che vorresti”, afferma. Ascoltare, accompagnare gli ospiti nelle loro attività quotidiane. Questo fanno le volontarie alla Rsa che non sono riunite in una vera associazione, ma raggruppate nella cooperativa Universis che gestisce la Rsa. “Oggi non siamo più capaci di ascoltare – conclude Rondena – siamo sempre di fretta. Ogni tanto dovremmo prenderci delle pause e fermarci ad ascoltare”.