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ESCLUSIVO- Magenta, Chiara Calati a tutto campo: il liberalismo, Del Gobbo, la vela e la determinazione

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Prima intervista a tutto tondo con la candidata di centrodestra e Lega. Cattolica ma non intransigente, manageriale e dal piglio deciso. E su Invernizzi..

MAGENTA – ‘Ma tu cosa ne pensi, di questa Chiara Calati?’.

E’ la domanda che ci rivolgono a spron battuto, da giorni. Un’idea ed un’impressione ce la siamo fatta con la lunga intervista che leggerete, la prima da quando questa giovane 40enne, dalla importante posizione professionale, appassionate di musica e canto, laureata in Lettere, è il candidato sindaco del centrodestra che sfiderà Marco Invernizzi l’11 giugno.

Decisa, piglio pratico, la provenienza dal mondo della comunicazione si vede tutta; sorridente, empatica. Paga uno scotto rilevante, in termini di conoscenza, rispetto al suo principale avversario. Potrà essere colmato? Sarebbero stati meglio 12 mesi, eventualmente anche sei. Due sono piuttosto pochi. Ma l’impresa potrebbe anche essere non impossibile. Dalle idee e dalle convinzioni forti, Chiara Calati ha l’allure che un tempo era quella che consentiva ai candidati di centrodestra di cogliere vittorie inattese. Ora lo scenario è radicalmente cambiato. Quanto le sottrarrà, Silvia Minardi? Quale e quanta parte dell’elettorato moderato guarderà a Invernizzi? Quanto pesano, esattamente, i grillini? Tutte domande essenziali per capire come andranno le elezioni 2017 di Magenta. Per adesso, ecco a voi l’opportunità di conoscere Chiara Calati, che politica diretta non l’ha mai fatta (ma che è stata sentimentalmente legata a un giovane politico di lungo corso ed esperienza, in un Comune vicino a Magenta), eppure l’impressione che abbiamo ricavato è che si tratti di una persona che apprende e impara. In fretta. Buona lettura.

 

-Chiara, presentati..

Sono nata e cresciuta a Magenta: elementari alla Santa Caterina, liceo Quasimodo e poi facoltà di Lettere all’Università. Famiglia magentina anch’essa.

-Cosa rappresenta per te Magenta?

Il mio futuro, le mie basi. Una città culturalmente frizzante, dove ho partecipato sin dall’inizio al Coro Città di Magenta. Il canto è la mia passione, assieme al pianoforte, che suonavo da ragazza: il mio maestro era Alberto Malazzi.

-Passione che prosegue?

Sì, ogni tanto, per diletto. Come il canto, anche se oggi purtroppo ho meno tempo.

-Quando hai conosciuto Luca Del Gobbo?

L’ho sempre seguito da cittadina: durante il suo mandato ho apprezzato il coinvolgimento delle associazioni, la vitalità, le opere pubbliche.

-Lo conoscevi personalmente? L’hai votato?

Personalmente no, ovviamente l’ho votato entrambe le volte.. (sorride, nda)

-Di cosa ti occupi professionalmente?

Mi occupo di comunicazione e relazioni esterne per Afidamp Servizi, realtà che rappresenta le società professionali nel settore della pulizia. Un lavoro che mi piace molto.

-E la politica? Quando?

I contatti con la politica sono stati frequenti, nella mia esperienza professionale.

-Cosa votavi o voti?

Ho sempre votato per partiti di centrodestra

-Sei religiosa e credente?

-Con quali posizioni su fine vita, aborto, diritti civili? Cosa ne pensi?

Da donna penso che la vita vada sempre tutelata, ma che non bisogna giudicare rigidamente una  donna che affronta la gravidanza perché frutto di violenza.  Non mi sento di dare giudizi perentori. E’ molto delicato anche il tema del fine vita e dell’eutanasia.

-Non sei una intransigente, insomma..

Sono rispettosa di tutti, tenendo ovviamente fermi i miei valori personali. Sulle unioni omosessuali credo che la famiglia sia composta da padre, madre e figli. Non da genitore 1 o 2.

-Hai fratelli o sorelle?

Un fratello.

-E i diritti civili delle coppie omosessuali? Cosa ne pensi?

Ci può essere l’amore tra due persone, ma la famiglia resta una cosa diversa. Pur tenendo salvi i diritti civili. Sono invece contraria alla diffusione della teoria gender nelle scuole, ma perché credo nella libertà e non nelle imposizioni.

-Sei stata vicina all’esperienza di Stefano Parisi. Da quando?

Mi sono avvicinata a Parisi dopo la campagna di Milano, quando è-diciamo così- sceso in campo. Mi è piaciuto il suo approccio concreto, ma soprattutto l’idea che alla politica servono persone competenti, che non hanno vissuto solo di politica. Servono capacità manageriali.

-Parisi è un potenziale leader del centrodestra?

Non lo so, però ha grandi capacità organizzative e di visione. Poi la leadership spesso si fonda su fattori diversi. Non credo nei leader soli al comando.

-A quando risale la tua partecipazione alla politica magentina?

Partecipati ai primi incontri dell’attuale gruppo di Magenta Popolare, quindi con Luca Del Gobbo, subito dopo l’estate scorsa.

-E che ti idea ti facesti, all’inizio?

Che c’era voglia di fare all’interno di un gruppo forte, dove mi sono trovata molto bene,  accolta con amicizia, e dove c’erano persone con esperienza assieme ad altre del tutto nuove.

-Quando si è cominciato a parlare della tua possibile candidatura a sindaco?

Attorno a Natale, poi è stato tutto naturale e spontaneo. Progressivo.

-Ci sono stati altri potenziali candidati alla poltrona di sindaco. Con gli altri partiti di centrodestra com’è stato lo sviluppo dei rapporti?

Il dialogo è stato buono sin dagli esordi. Confronto, condivisione. Ho trovato un clima amichevole, si sta del resto già creando un gruppo con molte forze giovani. Ci sono ragazzi e ragazze molto motivati in tutta la coalizione, che portano freschezza e novità.

-Quando hai deciso di dire SI?

Ne ho parlato in famiglia, poi ho sicuramente apprezzato il fatto che la proposta  fosse un segno di fiducia nei miei confronti.  L’ho colto come un segno della volontà di innovazione. Che non significa rottamare, termine che non mi piace. I miei valori sono quelli liberali e popolari, alternativi alla sinistra.

-Hai timori? Incertezze? Sei una a cui piace vincere?

Sono due le parole bandite dal mio vocabolario: paura e dieta.. Mi candido per una carica importante e che richiede dedizione totale, di questo sono conscia.

-Parliamo del tuo principale avversario, Marco Invernizzi..

E’ una persona molto valida e di grande cultura.

-Con lui (e gli altri) che toni userai?

Abbiamo posizioni diverse ma ci saranno toni bassi, educati. Serve pulizia del linguaggio, con Invernizzi e tutti gli altri candidati, persone del tutto rispettabili.

-E dell’Invernizzi sindaco cosa non ti è piaciuto?

Che non si è badato alla concretezza, penso alle strade, e poi che non ci sia stata molta condivisione o partecipazione. Come del resto già detto da Luca Del Gobbo in relazione alle aree Saffa e Novaceta.

-E’ un tema strategico: tu come la vedi?

Servirebbe un tavolo che affronti con decisione temi quali la competitività e la condivisione, perché sono indubbiamente sfide cruciali. Esprimo qualche perplessità sulla ventilata destinazione logistica in Novaceta, da un lato per il traffico a ridosso del centro..

-La strada per Malpensa e la variante di Pontenuovo servono?

Assolutamente sì

-Torniamo a Saffa e Novaceta

Professionalmente ho seguito l’impresa 4.0, pertanto so molto bene che nella logistica presto i robot andranno a sostituire l’uomo, quindi l’indotto occupazionale è un’incognita.

-Pensi che Magenta debba guarda a Rho per il dopo Expo?

Certo, ma anche ad accordi di programma con imprenditori, reimpiegando oneri di urbanizzazione.

-Che voti dai a Marco Invernizzi sindaco?

4, bocciato.

-E a Paolo Razzano, lo stratega politico della compagine?

Paolo Razzano è politicamente esperto e molto capace, come i classici politici di professione. Io invece rivendico la differenza di impostazione e l’esperienza maturata nel mondo dell’impresa.

-Quindi pensi che Invernizzi sia meno forte di quanto si pensa? Come senti la città?

Sento una città delusa dall’assenza di interventi sulla sicurezza, dalla viabilità, dall’assenza di parcheggi.

-Ma come sono i magentini?

Il magentino lo vedo attento a molte dinamiche, lo vedo orgoglioso della sua storia, anche critico. Lo si vede anche dalla partecipazione ai social. La presenza nel dibattito è molto importante: noi dobbiamo aprirci a chi ha smesso di votare.

-Una cosa che di Invernizzi manterrai, se vincessi?

Bella domanda.. Rispetto ai tempi di Luca c’è stato un passo indietro, in campo culturale c’è stata una continuità e un evidente impegno, con una qualità intrinseca delle proposte. Sul fatto che si sia proposto quello che la città voleva davvero, invece, ho dei  dubbi. Ho la percezione di una stagione culturale e di decisioni calate dall’alto. Non discuto la qualità, bensì il metodo.

-E cosa cambieresti radicalmente?

Mi viene da dire quasi tutto, abbiamo una impostazione molto diversa.

-Il tuo vicesindaco in caso di vittoria sarà uomo o donna?

E’ una riflessione che non abbiamo ancora fatto. Sulla giunta e gli assessori il discorso è prematuro, so per certo che servirà l’unione di esperienza ed innovazione. Sarebbe presuntuoso, per me che non vengo dalla politica, negare il contributo dell’esperienza. Ecco perché non mi piacciono il grillismo e la sua retorica.

-Cosa non ti piace, del grillismo?

Intanto l’esaltazione acritica della democrazia diretta fatta col web, che ha avuto- vedi Monza o Genova- diverse dimostrazioni di quanto questa concezione sia sbagliata. E poi ci vogliono competenze precise, manageriali ma anche politiche. Sono un po’ come Benedetto Croce..

-Cosa ti affascina, del liberalismo?

Mi piace l’idea che l’individuo è considerato soggetto che deve esprimere le sue aspirazioni, e che quindi la politica deve accompagnarlo, non considerarlo suddito. Il principio di sussidiarietà è la concreta conseguenza di questo modo di pensare.

-Dovessi vincere, quale sarà il tuo primo grande obiettivo? Quale visione per Magenta?

Una città del futuro che sia polo centrale dello sviluppo economico, una città legata a Milano, centro internazionale in grande ripresa, dove si ha la percezione che la crisi è superata. Servono un legame stretto con Milano e Regione Lombardia, penso per esempio al progetto dell’Agenzia del Farmaco a Milano..

-Vorresti Magenta legata al ‘treno’ di Ema?

Certamente sì.

-Luca Del Gobbo parlava spesso di bellezza. Tu cosa ne pensi, in politica e non solo?

Magenta vanta un territorio bellissimo, e del resto la frase ‘La bellezza salverà il mondo’ penso abbia contato e conti molto, per il nostro destino.

-Sei più sognatrice o concreta, pratica?

Sono pratica ma tendo al sogno, un sogno vale sempre la pena di viverlo.

-Il viaggio preferito di Chiara Calati e quello che  vorresti fare..

Sono una velista e amo il mare, per cui ogni volta che alzo le vele per me è un viaggio meraviglioso. Se dovessi dire un singolo porto, quello di Portovenere e il golfo dei Poeti.

-E dove vorresti viaggiare?

In America e in Oriente, perché mi affascina la loro filosofia del rispetto. Penso al Tibet.

-Che macchina hai?

Una Fiat Seicento

-Piatto preferito?

Caspita, domanda difficile.. Mia madre è un’ottima cuoca, anche io me la cavo. Mi piace sia mangiare che cucinare, adoro i secondi piatti e soprattutto il pesce.

-Vino?

Assolutamente sì.. Anche i dolci mi piacciono.

-Quali sono i tuoi difetti?

Forse la troppa irruenza..

-E le donne sul lavoro? A che punto sono?

Mi piacerebbe dirti che  non ci sono più le differenze di una volta, ma non è così. Mi fanno arrabbiare certe posizioni femministe, come le rivendicazioni di genere grammaticale (sindaca, assessora ecc), perché la battaglia non si fa lì. Durante una riunione, gli uomini sono molto meno attenti quando parla una donna. Il fatto che una donna non può essere sicura di andare dalla stazione a casa è molto più grave che declinare al femminile un sostantivo. Perché ne va della sua libertà.

-E i tuoi pregi?

Mi piace molto ascoltare.

-Chi vincerà le elezioni di Magenta?

Io.

-L’11 o il 25 giugno?

Sono competitiva, lotterò fino all’ultimo istante per raggiungere l’obiettivo.

 

F.P.

 

 

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