Il mio unico obiettivo: “Una battaglia di verità nella storia recente di questo Paese”. Parla Stefania Craxi, fondatrice della Fondazione Craxi, oggi presieduta dall’On.le Margherita Boniver, da oltre 2 anni a questa parte.
MILANO – Figlia di cotanto padre in questi giorni in cui si celebra la scomparsa di Bettino Craxi, leader del PSI e statista italiano – un paragone insostenibile con l’ignobile mercimonio visto in questi giorni in Parlamento – la Senatrice Stefania Craxi ha rilasciato questa intervista esclusiva al nostro quotidiano on line, al nostro Massimo Moletti.
SABATO SERA, in via del tutto eccezionale, la consueta rubrica sulla nostra pagina Facebook, “La telefonata del Duca” raddoppia, e ci sarà l’opportunità anche di ascoltare dalle sua viva voce le riflessioni sulla situazione politica attuale del nostro Paese e sul perchè Silvio Berlusconi potrebbe anche essere il nuovo Presidente della Repubblica.
Stefania Craxi
Cosa pensa della situazione italiana di oggi?
L’Italia, non da oggi, presenta un quadro sfaldato, oltremodo “liquido” potremmo dire. Le continue crisi che si ripetono, anche nei momenti meno opportuni come questo, non sono solo figlie delle contingenze politiche, ma di una più profonda e grave crisi di sistema, su cui pesa una decadenza del pensiero democratico nell’intero Occidente. Questo fa si che, di crisi in crisi, siamo ormai alla farsa, alla difesa tout court del potere, delle ambizioni personali, senza nessun rispetto per i cittadini ai quali, con una scusa o l’altra, non viene mai data la parola. Poi, se guardiamo a questa crisi di governo, posso dire che siamo solo all’inizio di una lunga e poco appassionante Serie Tv. Il voto di ieri in Senato (19 gennaio 2021, ndr) certifica l’impasse e da via ad un lungo Vietnam parlamentare… a pagarne le spese, sarà ancora il Paese.
Cosa manca a questo Paese?
Intanto in larghi settori della classe governate, quindi non solo politica, manca una visione e quella che io chiamo “sensibilità nazionale”. In alcuni di loro, per insipienza o convenienza, c’è ormai una subalternità cronica che si ammantata nella retorica, propria di un certo progressismo, del globalismo o europeismo di comodo…. e come se e Francia e Germania, realtà con una forte proiezione internazionale ed europea, abdichino a giocare un ruolo o alla difesa dei loro interessi in nome di presunte entità superiori, peraltro non legittimate democraticamente. Provate a dirlo alle loro opinioni pubbliche e vedete cosa succede…qui, invece, si avvelenano i pozzi della discussione pubblica con argomenti che fanno stracci della democrazia e dell’interesse del Paese. Poi, sul piano pratico, le dico che a questo Paese manca una grande riforma delle Istituzioni. Non le riformicchie un tanto al chilo di questi anni che hanno peggiorato, quando sono andate in porto, la situazione… riforme vere… parlo di presidenzialismo…
Bettino Craxi con il suo delfino Claudio Martelli
Manca un partito socialista vero?
Manca innanzitutto la politica e poi i partiti, non nella versione novecentesca che non e più riproponibile, ma servono “casematte” del pensiero e dell’elaborazione. Poi certo, personalmente sono convinta che manchi il prevalere di una cultura socialista, che è cultura di governo, capace di governare l’oggi e immaginare il domani. Il problema, lo dico con franchezza, non è materiale o strutturale. Molti in questi giorni si agitano a sventolare vecchi simboli, a sfoggiare vecchi abiti che avevano troppo presto dismesso per opportunismo e per viltà, solo in cambio di qualcosa. Ecco, se invece di fare questo ricordassero le idee di civiltà, i principi democratici, liberali e garantisti alla base di quelle culture… farebbero il bene del Paese e farebbero meno pena… Diciamo che non vedo il “socialismo costruttore” o “responsabile” pro-contiano come una prospettiva d’avvenire… il socialismo di Craxi era altro e, alla base, c’erano proprio convinzioni profonde e non l’opportunismo!
Perché la sinistra è così autoreferenziale?
Questa sinistra non ha più una identità. Con la caduta del Muro non ha mai elaborato una prospettiva politica e culturale credibile. Alcune “cose”, propositi “ulivisti” e vaghezze “democratiche” ma una sola costante che la lega al suo passato catto-comunista: il potere per il potere. Se questo è l’unico collante, la missione diventa il suo mantenimento a prescindere. Dopodiché siamo in presenza di una mutazione profonda, non solo italiana. Certo progressismo è l’espressione dei garantiti, non parla più agli esclusi e quella che una volta veniva chiamata “base sociale” non esiste più. Esistono le elitès di riferimento che garantiscono il mantenimento del potere e sono diventate le nuove fonti di legittimazione… con buona pace della democrazia e del consenso popolare!
Bisogna tornare al proporzionale?
Da un quarto di secolo parliamo e cambiamo la legge elettorale. È servito a qualcosa? Non mi sembra. Per un periodo, con l’assetto bipolare maggioritario un po’ forzato, sembrava che il sistema andasse consolidandosi ma poi sono emersi con forza tutte le contraddizioni politiche – tra cui va annoverata l’origine malata della seconda e terza Repubblica – e istituzionali. Mi ripeto: serve una riforma costituzionale a cui segua una legge elettorale coerente. Poi, mi consenta: questo proporzionale di cui ha vagheggiato nel suo discorso Conte ha due scopi: uno più misero, l’altro inquietante. Il primo, è funzionale per attrarre qualche senatore e dare fiato alle trombe centristre; il secondo, è finalizzato ad impedire la vittoria del centrodestra e favorire il pantano e statuire il trasformismo. L’idea è quella che attraverso il proporzionale ci si allea in parlamento con chiunque, pur di non mandare al governo alcune forze politiche. È l’antitesi della democrazia, una novella “conventio ad excludendum” immotivata e antidemocratica.
Che presidente è Conte?
Beh, un Presidente di fortuna. Nessuna offesa, lui stesso dice di essere stato chiamato così, all’improvviso e inaspettatamente. Certo è, però, che le sue scelte sono finalizzate esclusivamente al mantenimento del ruolo di fortuna. Dalla crisi dell’agosto 2019 è tutto e solo un voler restare in sella.
Differenze tra la politica dove suo padre era leader e la miseria di oggi?
Una su tutte. C’era la politica. Oggi, dov’è? Poi, per il resto, il gioco delle differenze può farlo ogni italiano e, le garantisco che lo fanno quotidianamente! Iniziano la mattina, quando mettono le mani in tasca… è un raffronto impietoso!
28 anni dopo tangentopoli si può dire che la sinistra è inadatta al governo?
Quella sinistra è andata al governo solo in seguito al golpe di Tangentopoli. Senza quella stagione oscura, infame e violenta, senza il concorso di fattori e attori internazionali avversi agli interessi nazionali e senza l’adesione al circuito mediatico-giudiziario non avrebbe mai avuto questi onori. Non così. Non senza una profonda revisione e una vera svolta. La verità è che quella sinistra era votata, al netto del governo degli Enti locali, ad essere forza di opposizione priva di una effettiva cultura e capacità di governo e la sensibilità istituzionale si predica ma non si pratica…
Come vede il futuro dell’Italia?
Ho fiducia negli italiani e nelle italiane. Meno nella classe dirigente. Lo dico con onestà. Ci aspettano mesi difficilissimi e non c’è, come la crisi di governo dimostra, consapevolezza delle sfide che abbiamo davanti. I dati economici sono inquietanti e gli effetti della pandemia si ripercuotono su un corpo malato, che presenta un ventennio di cronicità e ritardi…
Ultima domanda… Berlusconi può essere il nuovo presidente della repubblica per cercare di mettere a posto la storia d’Italia?
Perché no? Sarebbe un Presidente in grado di farsi amare dagli italiani. È una personalità che, nonostante i mille discorsi di questi anni, ha sempre rispettato il gioco e le regole democratiche e quando è assurto agli oneri di governo lo ha fatto grazie ad una chiara volontà popolare. Dopodiché tutto questo teatrino della maggioranza si spiega anche con la volontà di eleggere, ancora una volta dopo il ’94, un presidente “espressione” di sinistra. Dubito che con loro in sella Berlusconi sia un papabile, nonostante il centrodestra sia ad un soffio dalla maggioranza del plenum presidenziale. Ovviamente, come spero, “qualcuno” in parlamento potrebbe scompaginare i giochi… ne avrebbe la forza e l’interesse…
Massimo Moletti