I sindaci dei Comuni sopra i 50mila abitanti sono 15: l’1% dei 1.504 amministratori. Il 68,9% (1.036), invece, è eletto in paesi con una popolazione inferiore ai 5mila. Ecco perché in Lombardia in pochi potranno beneficiare dei maxi-aumenti agli stipendi che entreranno in vigore da gennaio. Non è una questione di merito, ma di numeri, come previsto dall’ultima legge di bilancio del Governo Draghi (2022). E’ quanto riporta oggi il Giorno on line in un’analisi a tutto tondo di quello che è il panorama lombardo degli stipendi dei Primi cittadini.
A partire dal 2024 , la norma prevede un adeguamento permanente delle indennità proporzionale alle dimensioni dei Comuni amministrati, con i compensi che saranno parametrati a quelli dei presidenti delle regioni. Ai sindaci metropolitani sarà garantito pari trattamento economico dei governatori: 13.800 euro lordi, 6.800 in più del 2021. A quelli dei capoluoghi di regione e di provincia con più di 100mila abitanti sarà riconosciuto l’80% dello stipendio di chi amministra le regioni (arriveranno a 11.040 euro lordi al mese). Per gli altri il compenso sarà a scendere: il 70% nei capoluoghi fino a 100mila abitanti (9.660 euro il nuovo stipendio), il 45% negli enti locali con popolazione superiore a 50mila abitanti (6.210 euro), come nel caso di Legnano.
Cesare Nai ad Abbiategrasso potrà arrivare (gli aumenti non sono automatici, ma a discrezione delle giunte) dall’1 gennaio 2024 a circa 4800 euro lordi, mentre a Magenta Luca Del Gobbo fino a 4140 euro (la stessa indennità che spetterà al sindaco di Corbetta o Bareggio).
Nella foto sopra, un’immagine un po’ d’annata della ‘Banda dei Sindaci’ del Magentino. L’emblema più bello di che cosa significhi servire la propria comunità e soprattutto come i Sindaci del nostro territorio amministrando sappiano andare oltre i colori politici. Quanto traspare da questa istantanea dice moltissimo in questo senso.
Secondo l’edizione 2023 del volume “I Comuni della Lombardia” a cura di Ifel-Fondazione Anci – scrive sempre Il Giorno – un sindaco su tre (30,3%, 456 in tutto) amministra un paese tra i 1.000 e il 3mila abitanti: la loro indennità sarà il 16% di quella dei governatori, 2.208 euro lordi. Uno su cinque (21,1%) è stato eletto in centri con una popolazione inferiore ai 1.000 (318 fasce tricolori).
Simile la percentuale dei sindaci di Comuni tra i 3 e i 5mila abitanti – 262, il 17,4% del totale della Lombardia, riceverà 3.036 euro – e tra i 5 e i 10mila: a questi 276 (il 18,4%) andranno 4.002 euro. Soltanto l’8%, invece, amministra centri tra 10 e 20mila abitanti (121), dato che scende al 3,7% (56) se si considerano i sindaci delle città con una popolazione tra i 20 e i 50mila abitanti: l’adeguamento prevede 4.140 euro a chi guida centri tra i 10 e i 30mila abitanti e 4.830 tra i 30 e i 50mila.
A nostro avviso si tratta di una norma sacrosanta, perché gli Amministratori locali, specialmente dei comuni più piccoli, restano i principali se non UNICI punti di riferimento per le loro comunità.
Oggi fare il Sindaco anche alla luce del progressivo taglio delle risorse dallo Stato centrale, a cui fa da contro altare un aumento di richieste da parte dei cittadini, è un ‘mestiere’ assai complesso. A nostro pare un’autentica VOCAZIONE, anche alla luce delle responsabilità di ordine penale, civile e amministrativo a cui può andare incontro ogni giorno anche per colpe non sue.
Ergo, bene ma non benissimo. Soprattutto se si guarda agli Enti Locali più piccoli. Sono il cuore pulsante del nostro Paese dai 1.000 campanili. La spina dorsale.
Anche il Governo deve capire e continuare a ridare dignità ad un ruolo fondamentale.
Diversamente, avremo una classe dirigente sempre più scadente e questo già oggi francamente non è un bel vedere. Uno scadimento generale a tutti i livelli. E’ qui ci perdiamo tutti.