MILANO – Si è tenuto qualche giorno fa in Regione Lombardia un incontro operativo, convocato dall’Assessore all’Agricoltura Fabio Rolfi, per condividere prassi e modalità di lavoro sul fronte dell’azione di contrasto alle nutrie, divenute vera e propria emergenza. Questi roditori, originari del Sud America e introdotti in Europa negli anni ‘20 del XX secolo per produrre pellicce (il cosiddetto castorino), sono caratterizzati da un regime alimentare vegetariano. Con il tempo si sono rivelati estremamente dannosi non solo per le colture ma anche per agli argini dei canali; le nutrie puntano infatti anche alla vegetazione in profondità, contribuendo in questo modo a rendere instabili le sponde, così più facilmente soggette a frane.
La specie, mancando di predatori naturali, si è poi moltiplicata in modo esponenziale, giungendo a costituire, per il mondo agricolo, un vero e proprio problema. Nel corso della riunione – cui hanno preso parte ANBI Lombardia, le Associazioni di categoria del mondo agricolo, l’Autorità Bacino del fiume Po, le Province e ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), l’AIPo (Agenzia Interregionale per il fiume Po) e Federparchi – è emersa la necessità di realizzare un protocollo condiviso che possa diventare un modello operativo efficace anche su scala nazionale. Si è poi auspicata l’adozione di modalità omogenee nelle diverse Province quale presupposto per procedere con l’assegnazione dei fondi disponibili. Regione Lombardia ha confermato l’intenzione di collaborare con gli Enti direttamente competenti, tra cui i Consorzi di bonifica, anch’essi esposti ad onerose spese manutentive per via dell’azione delle nutrie.