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Elezioni, conosciamo Federico Pinotti in campo con Viviamo Magenta e Silvia Minardi: “Perché questa città si merita di più”

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MAGENTA – Federico Pinotti nella vita fa l’operatore immobiliare. In questi ultimi anni come professionista del settore particolarmente affermato, ha aperto diverse agenzie e nel complesso gestisce oltre cinquanta persone. Dunque, il tema dell’organizzazione aziendale e, di riflesso quello della macchina comunale, è la cosa che gli sta più a cuore per rilanciare Magenta.
Purtroppo come molto professionisti e, più in generale, “addetti ai lavori”, ha dovuto scontrarsi quotidianamente con la dura realtà degli uffici di Piazza Formenti.
Federico, 45 anni, originario di Legnano, sposato e padre di due ragazzine di 12 e 14 anni, abita a Magenta dal 2009. Nella vita è uno che si è fatto da solo e che, soprattutto, non è mai stato con le mani in mano.
“In pratica – dice di sè presentandosi – lavoro da sempre. Ho iniziato nella panetteria di famiglia giovanissimo. Ma poi ho abbracciato altre strade. E quella del settore immobiliare, visti i successi conseguiti da 18 anni a questa parte, è stata certamente una scelta azzeccata”. 
Pinotti pur risiedendo a Magenta da oltre 13 anni, ha iniziato a ‘vivere’ la città, da quando, nel 2018, ha posto qui le basi della sua attività professionale.
“Quando esci la mattina e torni alla sera, ti accorgi meno dei problemi e delle cose che non funzionano. Ma quando ci sei tutti i giorni capisci, a volte sulla tua pelle, le tante (purtroppo) disfunzioni”.
Che l’esponente della lista di Viviamo Magenta – come racconta a Ticino Notizie – in pratica ha vissuto un giorno sì e anche l’altro,  in questo lustro di Amministrazione Calati.
“Ho trovato poca disponibilità ad ascoltare, ma soprattutto anche le segnalazioni che venivano fatte agli uffici di piazza Formenti, in pratica restavano lettera morta. Questo partendo dalle cose più banali, come i tempi biblici per una carta d’identità, per arrivare a tutti i processi di digitalizzazione che in pratica sono assenti in questo Comune”.
Federico nella sua intervista che parte dal suo vissuto, di esempi ce ne porta a iosa. “Oggi per la mia attività mi trovo a pagare una tassa per la pubblicità elevatissima ad una società con sede a La Spezia e obiettivamente non ne colgo i servizi. A Magenta non c’è più il Catasto (diversamente da una cittadina confinante ndr). Entrare nell’Ufficio Tecnico è come entrare in un girone dantesco. Faccio presente che per  il mio lavoro aspetto un documento sulla paesaggistica da oltre un anno e onestamente non so proprio dove si finito….”. Con una battuta ci verrebbe da dire…. normale amministrazione…

Ma l’immagine poco edificante per non dire ‘sgangherata’ della macchina comunale non si ferma qui.

“L’accesso agli atti a Magenta costa 60 euro di marca da bollo e la risposta, ovviamente cartacea, ha dei tempi che variano tra i 3 e i 6 mesi. A Corbetta – e qui il confronto è davvero impietoso – basta una PEC digitale con risposta nel giro di 7- max 10 giorni e il costo è di 20 euro….”.

Piccole, grandi differenze che cambiano la qualità della vita di tante persone.

E che hanno portato Federico ad impegnarsi in prima persona, mettendo a disposizione le proprie competenze. “Il mio contributo – sottolinea – in caso di elezione sarà proprio per sveltire la macchina comunale. Ho sempre lavorato nell’ambito della formazione e dell’organizzazione delle strutture complesse. Occorre ammodernare questo Comune e snellire le lungaggini burocratiche. Questo è essenziale”.

Il candidato al Consiglio comunale nella grande coalizione civica che ha come candidato Sindaco Silvia Minardi con Progetto Magenta sottolinea come l’efficacia e l’efficienza amministrativa portano con sè un effetto domino virtuoso un po’ per tutti.

“Se il cittadino lavora meglio, produce di più. Si alza l’asticella della qualità della vita e più ancora, abbiamo un Comune e una città che può diventare decisamente più attrattiva per chi intende venire ad investire o avviare una nuova attività”.

In altre parole, l’idea di una Comune imprenditore di se stesso che ad oggi a Magenta manca del tutto.

“Spiace dirlo ma è così. Non so se la colpa sia solo di Chiara Calati e di questa Amministrazione ma mi è bastato confrontare l’esperienza magentina con quella di Corbetta dove ho aperto un punto vendita  nel 2020 per capire che c’era un abisso”.

Anche qui gli esempi valgono più di mille parole. “Con il mio gruppo immobiliare abbiamo organizzato una giornata di volontariato dedicata alla raccolta di cartacce e rifiuti. Credevamo fosse un’iniziativa bella e che il comune di Magenta avrebbe colto al volo. Bene il risultato è stato che a Corbetta all’inizio di maggio l’abbiamo fatta senza problemi.

A Magenta sono sorti mille cavilli, un rimbalzo da un ufficio all’altro: morale della favola stiamo ancora aspettando….”.

L’apertura della sua attività professionale anche in quel di Corbetta lo ha portato a conoscere meglio e da vicino il sindaco Marco Ballarini.

“Ho trovato una persona molto attenta e sensibile agli operatori commerciali e imprenditoriali della sua città. Una persona che sa comunicare bene, efficiente e che ci ha aiutato tantissimo. Ben presto ne è nata un’amicizia che è andata oltre i normali rapporti professionali ed è diventato il nostro punto di riferimento di cittadini con dei problemi (e che a Magenta quel punto di riferimento proprio non lo trovavano)”.

Pinotti tuttavia rispetto all’idea di un Marco Ballarini in campo per “conquistare” Magenta vuole porre una precisazione fondamentale: “Siamo stati noi a cercare un punto di riferimento, siamo stati noi dinanzi al vuoto totale dell’Amministrazione Calati, ad andare a cercare qualcuno che potesse darci una mano, partendo in primis dall’ascolto”.
Ben presto, il passaggio da “supporter” del percorso politico che Ballarini stava mettendo in campo anche su Magenta, ad attore diretto, è diventato realtà.
 

“Ho deciso circa 3 mesi fa di candidarmi. All’inizio avevo qualche titubanza, poi mi sono convinto che con il supporto di tutti si può fare e bene per la nostra città”.

Sempre rispetto al tema delle arretratezze di Magenta in ambito tecnologico, Pinotti porta il caso della fibra ottica superveloce che per il territorio cittadino ad oggi è una chimera per molti.

“Eppure, è un’altra questione strategica, sia per chi lavora, che per chi studia. Noi genitori per esempio durante il lockdown abbiamo provato insieme ai nostri figli cosa significa questa situazione così arretrata. Poi – aggiunge il candidato di Viviamo Magenta – non è pensabile che una città come Magenta, quanto meno, nelle sue zone più vissute, vedi i suoi parchi cittadini, dove c’è molto da fare e investire, oppure l’ospedale, la stazione ferroviaria o il centro storico, non disponga di ‘hot spot’ gratuiti per connettersi alla rete, scaricare magari programmi che ti spiegano cosa fare e vedere a Magenta. Ritengo che una città come la nostra non possa restare così indietro su questo fronte”.

In chiosa, Pinotti illustra le ragioni dell’alleanza nella coalizione di Progetto Magenta per Silvia Minardi Sindaco.

“Vogliamo correre da protagonisti e non per fare testimonianza. Pertanto, abbiamo aderito con entusiasmo a questo progetto civico. Le ragioni poi sono evidenti – aggiunge Pinotti – non potevamo certo stare con l’attuale centrodestra che ha portato a Magenta a questi livelli. D’altronde, la nostra idea di città non è sicuramente in linea con il centrosinistra di Enzo Salvaggio, tra l’altro, uno dei protagonisti principali del decadimento magentino in questi anni. Ergo, la scelta di Silvia ci è sembrata quella più naturale e più logica: una persona perbene, preparata, che conosce la macchina comunale e che fa politica da anni. Il nostro obiettivo e ambizione è quello di vincere e di riuscire a governare Magenta per i prossimi dieci anni”.

“Ma se poi non fossimo noi a prevalere nel prossimo confronto elettorale – avverte –  il mio auspicio resta il medesimo per il bene della nostra città e dei suoi cittadini: servono 10 anni di continuità amministrativa per risollevare Magenta, servono idee chiare e un progetto organico. Stanno arrivando parecchi soldi da spendere con il PNRR. E’ un momento di svolta per la storia del nostro Paese e degli enti locali, pertanto, quest’occasione va colta fino in fondo per la nostra collettività. Chiaro che noi siamo convinti che il nostro sia il progetto migliore per ricostruire una Magenta migliore e di nuovo protagonista”. 

(*spazio d’informazione elettorale)

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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