MILANO – Domenica 26 maggio quasi quattromila comuni italiani sono chiamati al voto per le elezioni amministrative 2019, tra cui 30 capoluoghi di provincia.
L’eventuale ballottaggio è previsto per domenica 9 giugno, come di consueto a 2 settimane dal primo turno. Il secondo turno è previsto nei comuni superiori a 15mila votanti, nel caso in cui nessun candidato ottenga la maggioranza assoluta. Nei comuni con meno di 15mila abitanti invece non è previsto il ballottaggio e viene eletto sindaco il candidato più votato al primo turno.
Per quanto riguarda la data del voto vi sono alcune eccezioni, come ad esempio in Sicilia, dove nei 34 comuni chiamati al voto ci si recherà alle urne il 28 aprile e il 12 maggio per l’eventuale ballottaggio. A Reggio Calabria invece si andrà al voto in autunno, forse in concomitanza con le elezioni regionali, ma non si ha ancora la data.
Elezioni amministrative 2019 | Dove si vota
I comuni che votano sono 3.865, circa la metà del totale dei comuni italiani. Tra questi ci sono 30 comuni capoluogo di provincia, 6 capoluoghi di regione e 14 città con più di 100mila abitanti. I capoluoghi di regione sono Bari, Cagliari, Campobasso, Firenze, Perugia e Potenza.
La percentuale di Comuni al voto in Lombardia sale addirittura al 66%: sono infatti coinvolti 995 Comuni su 1.507, di cui 961 sotto i 15 mila abitanti e appena 34 sopra i 15 mila abitanti. Tra questi, però, tre capoluoghi di provincia: Bergamo, Cremona e Pavia. Nella Città Metropolitana di Milano, invece, i Comuni al voto sono 68, di cui 10 sopra i 15 mila abitanti: 9 per scadenza naturale e uno, Paderno Dugnano, perché il sindaco Marco Alparone è diventato consigliere regionale e ha optato per il Pirellone. Tra i Comuni più piccoli, invece, è la prima elezione per Vermezzo con Zelo, frutto della fusione di Vermezzo e Zelo Buon Persico.
Ricordiamo che la legge elettorale è differente a seconda che i Comuni siano inferiori o superiori ai 15 mila abitanti. Le principali diversità sono due. Sopra i 15 mila abitanti, i sindaci possono essere sostenuti da coalizioni di più liste ciascuna e, se nessun candidato sindaco supera il 50% dei voti più 1, i primi due vanno al ballottaggio due settimane più tardi.
Ed ecco i Comuni della Città Metropolitana (ex Provincia) di Milano in cui si andrà al voto il 26 maggio 2019.
Comuni sopra i 15 mila abitanti al voto il 26 maggio 2019
Cesano Boscone (uscente: Simone Negri, centrosinistra)
Cormano (uscente: Tatiana Cocca, centrosinistra)
Cornaredo (uscente: Yuri Santagostino, centrosinistra)
Cusano Milanino (uscente: Lorenzo Gaiani, centrosinistra)
Lainate (uscente: Alberto Landonio, coalizione civica)
Novate Milanese (uscente: Lorenzo Guzzeloni, centrosinistra)
Paderno Dugnano (uscente: Marco Alparone, centrodestra, dimissionario)
Rozzano (uscente: Barbara Agogliati, centrosinistra)
Settimo Milanese (uscente: Sara Santagostino, centrosinistra)
Trezzano sul Naviglio (uscente: Fabio Bottero, centrosinistra)
Comuni sotto i 15 mila abitanti al voto il 26 maggio 2019
Albairate, Arconate, Arluno, Assago, Basiano, Bernate Ticino, Besate, Boffalora sopra Ticino, Bubbiano, Busto Garolfo, Carpiano, Casarile, Casorezzo, Cassina de’ Pecchi, Castano Primo, Cesate, Colturano, Cusago, Gaggiano, Gessate, Grezzago, Gudo Visconti, Inveruno, Lacchiarella, Liscate, Locate Triulzi, Marcallo con Casone, Nosate, Ossona, Ozzero, Pantigliate, Paullo, Pero, Pogliano Milanese, Pozzuolo Martesana, Rescaldina, Robecco sul Naviglio, Rodano, San Colombano al Lambro, Santo Stefano Ticino, San Vittore Olona, San Zenone al Lambro, Settala, Solaro, Trezzano Rosa, Trezzo sull’Adda, Tribiano, Truccazzano, Vanzaghello, Vanzago, Vaprio d’Adda, Vermezzo con Zelo, Vignate e Vizzolo Predabissi.
COME SI VOTA
Dal 1993 in Italia vi è l’elezione diretta dei sindaci. Il sistema elettorale di tipo maggioritario è stato introdotto dalla legge n.81 del 1993. Esistono due differenti modalità di voto: la prima per i comuni con meno di 15mila abitanti e la seconda riguarda i comuni con popolazione superiore ai 15mila abitanti.
Nei comuni inferiori a 15mila abitanti, nella scheda è indicato, a fianco del contrassegno, il candidato alla carica di sindaco. L’elettore può votare per un candidato alla carica di sindaco, segnando il relativo contrassegno ed esprimere un voto di preferenza per un candidato alla carica di consigliere comunale compreso nella lista collegata al candidato alla carica di sindaco.
Nei comuni superiori ai 15mila abitanti invece l’elettore può votare per una lista attribuendo così il voto anche al candidato sindaco collegato (tracciando il segno sul relativo contrassegno di lista) oppure può votare solo per il candidato sindaco non esprimendo la preferenza per alcuna lista.
Alle elezioni amministrative è ammesso il voto disgiunto: si può votare per un candidato sindaco e per la lista ad esso collegata o in alternativa può votare per un candidato sindaco e per una lista non collegata.
Nei comuni sino a 15.000 abitanti è eletto sindaco il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti ed alla lista vengono attribuiti tanti voti quanti quelli attribuiti al sindaco. Alla lista del candidato sindaco eletto vengo assegnati i 2/3 dei seggi assegnati al consiglio, i restanti seggi vengono ripartiti proporzionalmente tra le altre liste nell’ambito di ciascuna lista i candidati vengono eletti consiglieri secondo l’ordine delle cifre individuali, costituite dalla cifra di lista aumentata dei voti di preferenza.
Nei comuni più popolosi di 15mila abitanti è eletto sindaco il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi, se nessun candidato riesce a ottenerla si procede al ballottaggio a cui partecipano i due candidati più votati alla prima tornata e risulterà eletto il candidato che avrà ottenuto la maggioranza relativa. Non sono ammesse al riparto dei seggi le liste che abbiano ottenuto meno del 3 per cento dei voti.