Eiaculazione precoce: uno studio potenzialmente rivoluzionario dell’Università di Varese

E' una protesi idraulica

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Il flop a letto, la diagnosi di eiaculazione precoce e la via d’uscita in salita perché non si risponde bene alle terapie convenzionali.Una soluzione per i tanti uomini alle prese con questo problema, che crea ansia e preoccupazione, può essere la chirurgia con la protesi peniena.I dati preliminari “promettenti”, che necessiteranno però di un follow-up nel tempo, di uno studio italiano sono stati presentati al Congresso della Società europea di medicina sessuale (Essm) che si è tenuto a Bari.Lo studio, portato avanti dall’università dell’Insubria di Varese dagli urologi Gabriele Antonini e Federico Dehò, ha come obiettivo “il trattamento definitivo dell’eiaculazione precoce in pazienti che non rispondono a nessuna terapia convenzionale”, spiegano gli autori all’Adnkronos Salute.

“L’eiaculazione precoce è un problema comune che può derivare da vari fattori, tra cui ansia, stress, o problemi fisici. E’ una condizione che ha un impatto significativo sulla qualità della vita sessuale di molti uomini – avverte Dehò – Sebbene esistano diverse terapie, come quella cognitivo-comportamentale e farmaci specifici, alcuni pazienti non rispondono assolutamente a queste opzioni, manifestando una persistente frustrazione e insoddisfazione e, nei casi più estremi, fuggendo da relazioni sentimentali”. Ecco che per questi pazienti può essere presa in considerazione la protesi peniena.”In Sud America la chiamano la ‘Bombita’ – esordisce Antonini – E’ una protesi peniena idraulica che funziona attraverso un sistema di due cilindri collocati all’interno del pene e una piccola pompa posizionata nello scroto.Tutto completamente invisibile ed interno all’organo genitale maschile.La ricerca ha valutato 8 pazienti, con un età media di 48 anni, refrattari a qualsiasi trattamento per risolvere il problema, che hanno effettuato l’impianto della protesi peniena idraulica”

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