Caro direttore,
Che posto cโรจ per il rilancio della Franco Tosi in un paese dove pare essere diventato prioritario ogni tipo di argomento fuorchรฉ il lavoro, soprattutto il lavoro manifatturiero, quello mosso cioรจ dalle mani di operai esperti, formati, professionali? Ebbene รจ questo il rischio che corre una โmiticaโ azienda, come la Tosi, che ha ancora e abbondantemente, la scorza per essere unโeccellenza italiana, lombarda in particolare.
Stiamo assistendo da mesi, anni direi, ad un balletto scomposto sulle note di una sinfonia stonata e burocratica, dove da una parte lโamministrazione straordinaria che tentenna sulla vendita e sullโaltalena del prezzo delle aree, dallโaltra la politica che sa dare solo testimonianza di solidarietร ma che non ha nessuna voglia di metterci la faccia. E sul serio.ย In mezzo, poveri noi, duecento lavoratori ed un imprenditore, Presezzi, che paiono essere i protagonisti loro malgrado, di uno dei barconi della speranza sempre piรน alla deriva. La cosa sconvolgente รจ che tutto questo non avviene ai confini di un meridione un poโ abbandonato, un poโ ripiegato, tutto questo avviene a Legnano, dentro una azienda che si affaccia direttamente su piazza del monumento, in cui sorge lโAlberto da Giussano, simbolo di quella politica efficientista e produttiva cui una volta la Lega Nord vantava sempre nei suoi programmi elettorali come prioritร . ย
Oggi pare che il vento sia decisamente cambiato. La cassa integrazione si affaccia sulla Franco Tosi dopo anni di ripresa produttiva, spesso con straordinari di sabato e domenica , e purtroppo potrebbe essere il preludio di unaย sconfitta totale, di cui rimarrebbe solo il marchio e i ruderi di unโarea destinata a diventare lโennesima โexโ abbandonata o peggio ancora lโennesimo rifugio di disperati senza fissa dimora, nel centro della cittร . Legnano e i suoi dintorni sono da tempo martoriati da crisi importanti, la Pensotti, la Stf della famiglia Trifone a Magenta, oggiย speriamo di no, la Tosi. Forse lโAlberto da Giussano non rappresenta piรน il valore del lavoro come orgoglio sociale, ma sempre piรน la stanca e blanda rassegnazione al tirare a campare, magari con un poโ di reddito di cittadinanza. Faremo di tutto nei prossimi giorni per attirare lโattenzione, ma non ci arrenderemo a questa ennesima disfatta e fiduciosi attendiamo segnali.
Legnano, 24 settembre 2018
Christian Gambarelli โ Segretario Generale FIM CISL MILANO