Magenta saluta il primario di Medicina dell’ospedale Fornaroli, dottor Nicola Mumoli. Lo ha fatto questa mattina nel palazzo di piazza Formenti con il Sindaco Luca Del Gobbo, il direttore medico Chiara Radice, vice sindaco, assessori e collaboratori del medico che è arrivato a Magenta sette anni fa distinguendosi per il suo impegno e umanità durante l’emergenza pandemica. Il Sindaco gli ha rilasciato un attestato di riconoscenza e ringraziamento per quanto fatto, il simbolo della città di Magenta e un libro del generale Viviani.
“Non mi aspettavo tanto clamore. – ha commentato Mumoli – Oggi non è una giornata felice per me, ma devo dire, senza alcuna retorica, che non ho avuto tante giornate tristi. Quando arrivai a Magenta ricordo che si fece anche una conferenza stampa per presentarmi. Con il tempo abbiamo avuto ottimi risultati anche con la ricerca, oltre che per la cura del malato”.
Il covid è arrivato con una violenza inaspettata e ha trovato nel dottor Mumoli un medico preparato e pronto ad affrontare l’emergenza. “Nel dolore e nella fatica – ricorda – insieme ai miei collaboratori, ci siamo stretti come se fossimo una sola persona. Con la sola passione e senza essere eroi. Sono stati sette anni che sono volati”. Di origini calabresi il dottor Mumoli per 30 anni ha vissuto in Toscana e ha sentito la voglia di tornare a casa. “Ma questo è anche il mio carattere. – aggiunge – Dopo tanti anni ho bisogno di nuovi stimoli per continuare.
Provo un certo magone, lo stesso che provai quando lasciai l’isola d’Elba per venire in Lombardia. Ringrazio il Sindaco, la direzione, Chiara, i miei collaboratori, tutto il personale. Se il reparto continuerà sulla base di quello che abbiamo creato insieme sarà un successo. Li ringrazio pubblicamente. Ho Magenta nel cuore e continuerò ad averla”. Qual è la situazione che maggiormente rimarrà impressa nella sua memoria? “Gli occhi dei miei collaboratori e quelli dei pazienti che soffrivano – continua – la violenza del dolore, la paura giornaliera di non farcela. Due sono gli episodi che ricorderò per sempre. Una sera mi chiamò la coordinatrice dicendo che non andavano i tubi dell’ossigeno. C’erano 400 pazienti, tutti sotto ossigeno. Pensai alla tragedia. L’altra è quella dei telefonini che mettevamo nei sacchetti dei pazienti deceduti che i parenti non potevano vedere. Telefonini che a volte suonavano. E pi i briefing che facevo con Chiara”.
In Toscana avrà ancora l’incarico di primario di struttura complessa dell’ospedale Versilia di Camaiore. Non hanno il primario da 5 anni e Mumoli avrà questo incarico. E il modello della sanità lombarda che si porterà in Toscana? “Porterò il modello di una sanità pubblica che funziona. – afferma – L’esperienza è tanta, cercherò di cambiare alcune cose che in Toscana sono più rigide”.